A processo per l'omicidio dell'anziana madre, in aula ascoltati l'ex moglie e il figlio

Nuova udienza in Corte d'assise, a Lanciano, del processo per l'omicidio di Cesira Bambina Damiani, avvenuto a Casoli il 12 febbraio 2023. La donna, 88 anni, venne trovata morta in casa, strangolata. Imputato è il figlio 65enne, Francesco Rotunno, attualmente detenuto nel carcere di Villa Stanazzo.

Venerdì davanti alla corte, presieduta dal giudice Giovanni Nappi, hanno deposto altri cinque testi dell'accusa, due dei quali coincidevano con quelli della difesa, rappresentata dall'avvocato Silvana Vassalli.

Tra le testimonianze rese in aula, quelle dell'ex moglie di Rotunno, Katia, e del figlio Stefano, che hanno ripercorso quanto accaduto quella domenica di un anno fa, dalla scoperta del corpo di Cesina alle ricerche per trovare il 65enne, resosi irreperibile dopo l'omicidio.

Ma i familiari di Rotunno hanno soprattutto parlato del legame del figlio con l'anziana madre malata. “Era sempre presente per la madre, faceva tutto per lei – ha detto in aula l'ex moglie che poi sulle condizioni di salute dell'ex marito ha aggiunto: “Si vedeva che nell'ultimo periodo non stava bene, era stressatissimo”.

Rotunno venne ritrovato nella tarda serata del 12 febbraio, per strada, in ipotermia e sotto choc, e con addosso chiari segni del tentativo di togliersi la vita. “Pensavo avesse fatto una stupidaggine con il bene che voleva alla madre – ha raccontato il figlio Stefano - Era su un costone a 150 metri da casa nostra in campagna, accasciato e in stato di choc. Non parlava, era assente. Voleva molto bene alla madre, l'ho visto sempre amorevole nei suoi confronti. Non si è mai lamentato del fatto che dovesse accudirla, chiamava se serviva qualcosa”.

Nella prossima udienza del processo, il 19 aprile, è previsto l'esame dell'imputato.