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Cronaca

Edison obbligata alla bonifica non ci sta: "L'area non è di nostra competenza, la sentenza mina certezza del diritto"

Per la società, le aree 2A e 2B del Sito di interesse nazionale di Bussi sono responsabilità dell'azienda che ha incorporato la società che ha realizzato e gestito le discariche

Edison non ci sta. Due giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato che impone a Edison la bonifica delle aree 2A e 2B del sito di Bussi, l’azienda si dice pronta ad agire “con ogni mezzo e in tutte le sedi contro tale pronuncia, a tutela delle proprie ragioni e per il ripristino della giustizia”. 

In una nota, la società spiega di prendere atto della sentenza e, “come ha sempre fatto, si conformerà dando quindi attuazione all’ordinanza della Provincia di Pescara la cui validità è stata da essa confermata, pur ritenendone la assoluta arbitrarietà e ingiustizia”.

Tuttavia, Edison ritiene che la sentenza “violi alcuni principi fondamentali del nostro ordinamento e di quello europeo, in materia non solo ambientale ma anche civile e societaria, e contraddica la stessa giurisprudenza del Consiglio di Stato, minando gravemente la prevedibilità della giurisdizione e, quindi, la certezza del diritto”. Dunque, la società annuncia battaglia in ogni sede contro una decisione che ritiene ingiusta.  

“In merito al Sito di interesse nazionale di Bussi ed alle attività di bonifica relative ad esso - si legge in una nota - Edison fino a oggi è stato l’unico soggetto a farsi carico di azioni di ripristino ambientale dell’area, cooperando, anche sul piano sociale, con le istituzioni pubbliche e tutti gli altri soggetti coinvolti, e mettendo a disposizione le proprie competenze e risorse economiche. La società ribadisce che porterà a termine quanto iniziato e che si assume questa responsabilità e i relativi oneri, sopperendo all’inadempienza e al mancato intervento dell’attuale proprietà”.

Al contempo, però, Edison “ritiene di non avere alcuna responsabilità o obbligo rispetto alle aree 2A e 2B e limitrofe del Sin di Bussi, oggetto della sentenza del Consiglio di Stato. Tali aree, infatti, distinte dalla Tremonti, sono parte di Ausimont fin dal 1981 che ha realizzato e gestito le discariche che si trovano all’interno di esse. Detta società è stata ceduta a Solvay che l’ha incorporata, succedendo nelle responsabilità e negli obblighi di essa. Dal giugno 2018 infine, tali aree sono passate nella proprietà e quindi nella custodia e responsabilità al Comune di Bussi. Edison ricorda che già in passato e per altri contesti industriali ha dimostrato di essere in grado di operare in modo proficuo per la soluzione condivisa di problematiche ambientali anche più complesse di quella di Bussi”.

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