Iniziano i lavori per la nuova piazza San Giustino, definiti i particolari del corridoio che "salverà" il Venerdì Santo
Cartoline da Chieti. Da oggi la vecchia e romantica piazza San Giustino cede il passo al nuovo spazio pubblico contemplato dal progetto di riqualificazione in corso. Un assetto, quello in itinere, studiato per garantire un effetto attrattivo, centripeto, dell’intero centro storico. Che, dunque, dovrebbe compattarsi, in termini di dinamiche sociali e rilancio delle attività private e delle funzioni pubbliche operanti a Colle Gallo, attorno alla sua nuova identità architettonica. Ci sarà, pertanto, da aggiornare le immagini iconiche del luogo cult della già piazza Vittorio Emanuele. I primi fotogrammi sono per forza di cose legati al lavorio di mezzi di movimento terra e degli operai della ditta appaltatrice, la ‘Giulisa Costruzioni’, che a seguito del summit odierno, protrattosi fino a tarda mattinata, tra la direzione scientifica e quella tecnica-comunale, hanno iniziato il rinterro nell’area antistante la sede storica di Palazzo d’Achille e gli stabili che si ricongiungono a via Pollione.
Tale porzione è stata infatti formalmente restituita dalla Soprintendenza Apab Chieti-Pescara alla piena disponibilità del Comune, ad eccezione del fazzoletto in cui insiste la cisterna domestica di epoca romana, proprio davanti il portone del Municipio, e delle pavimentazioni musive, i famosi mosaici studiati da Vincenzo Zecca, insistenti davanti la facciata della Cattedrale. Per la piccola cisterna dovranno essere ultimati le verifiche stratigrafiche e gli esami del contenuto di riempimento. Quanto ai preziosi mosaici, si attende l’intervento, già appaltato, dei restauratori incaricati dall’ente di tutela per il consolidamento delle tessere, le quali fin dai primi giorni del clamoroso rinvenimento hanno evidenziato una situazione precaria in termini di tenuta del fondo sul quale la pavimentazione della domus venne estesa. Si tratterà, quindi, di consolidare e stabilizzare i mosaici realizzati a cavallo del I secolo d.C. per poi decidere il più adeguato intervento di valorizzazione degli stessi. Ossia se lasciarli in loco [ma ci saranno i fondi per renderli visibili?], oppure se asportarli per una conseguente musealizzazione.
Le numerose fosse granarie, scoperte nel contesto in cui si colloca il sito della sepoltura della “Principessa Marrucina” [VI-III secolo a.C., in procinto di essere studiata nelle sue componenti scheletriche e di corredo grazie all’accordo con il dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento dell’ateneo Gabriele d'Annunzio], saranno foderate di ‘tessuto-non tessuto’ prima della colmatura con la stessa terra di svuotamento.
Nell’altra parte della piazza, quella occidentale, i lavori di riqualificazione dovranno coabitare ancora per un mesetto con gli approfondimenti di archeologia preventiva, come illustrato nei giorni scorsi. Dicevamo del summit di stamani. Affollato, come da prassi. La responsabile scientifica della scavo, Rosanna Tuteri [che con un post su Facebook ha dato notizia del rinvenimento di un interessante lacerto di intonaco, a prima vista contraddistinto da un vivace ‘rosso pompeiano’], accompagnata dallo staff di archeologi e di tecnici della Soprintendenza; i progettisti, nelle persone degli architetti Gianfranco Scatigna, che è anche responsabile della sicurezza del cantiere, e Maria Cicchitti; l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Rispoli ed il dirigente del comparto, ingegner Paolo Intorbida; i rappresentanti del Comitato Cittadino per il Rilancio e la Salvaguardia di Chieti, il giornalista Giampiero Perrotti e l’avvocato Marco Giannini, rispettivamente Governatore e segretario del pio sodalizio. Questa la squadra in campo. Anzi, in piazza. Che si è confrontata anche sulle modalità di realizzazione del ‘corridoio’ che, il 15 aprile, consentirà l’uscita in sicurezza della Processione del Venerdì Santo. Come detto, la ‘passerella’ [ancora da stabilire se in massetto armato, oppure in materiale rimovibile misto ‘cementato-stabilizzato’], collegherà la scalinata della cattedrale con una fascia di lastricatura perimetrale che sostituirà gli attuali marciapiedi e che, al momento, verrà stesa, per la stessa larghezza del corridoio, ossia per 6 metri circa, a partire da Palazzo D’Achille fino a Palazzo Mezzanotte.
Questo spazio tornerà molto utile per lo stazionamento delle congreghe e dei vari figuranti che poi si aggregheranno al corteo sacro all’imbocco di via Caio Asinio Pollione. Detto corridoio intersecherà l’ultima camera della cisterna monumentale romana per poi puntare verso Palazzo Obletter. In una piazza che forse, proprio a motivo dei fermenti di diversa natura che la interessano, e che ne hanno cambiato la fisionomia, risulta se possibile ancora più bella e fascinosa. Il fascino di un mistero infinito. Ora però da aggiornare sulle ‘cartoline da Chieti’.