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La lettera degli studenti di 360 gradi al ministro Bussetti: "Questo non è il futuro"

L'associazione studentesca ha accolto l'arrivo del ministro con un video e un documento di protesta

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Egregio signor Ministro,
cogliamo l’occasione per consegnarLe questa lettera a nome degli Studenti abruzzesi. Ci sentiamo per questo insigniti di un grande onore, considerato che, ad otto mesi dal suo insediamento, non ha ancora incontrato il CNSU, organo studentesco con funzione consultiva del Suo Ministero. Tale comportamento lascia intendere che il parere degli Studenti, per Lei, non conta nulla. Atteggiamento questo, che assunto dal Ministro della Scuola e dell’Università, è a nostro avviso imperdonabile.
L’opportunità ci è lieta per ricordarLe, come crediamo sappia bene, che la “giovanile” del Suo partito non è sufficiente a rappresentare la voce degli Studenti italiani, in una repubblica democratica. Sebbene in data 11 ottobre 2018 il CNSU abbia potuto incontrare il Capo Dipartimento del MIUR Giuseppe Valditara e il Viceministro con delega all’Università Lorenzo Fieramonti, i quali annunciavano che “il governo non ha alcuna intenzione di tagliare un euro a Università e Ricerca”, le nostre legittime aspettative sono poi state completamente disilluse dalla Legge di Stabilità 2019.
Infatti, Egregio sig. Ministro, Lei oggi giunge nella nostra Università per tenere un seminario dal titolo: “L’Università nel Futuro: Prospettive ed Emergenze”, seminario che, secondo noi Studenti, è mera propaganda, una “passerella elettorale” a quattro giorni (guarda caso) dalle elezioni regionali. Inverosimile sentir parlare proprio Lei dell’Università del Futuro, considerata la sua scelta di nominare Capo Dipartimento del MIUR Giuseppe Valditara, relatore della Legge Gelmini e corresponsabile di manovre sbagliate, funestate da grossolani tagli di cui tuttora l’intero sistema (noi Studenti in primis) risente. Quella che si riconfigura in questi mesi è, in realtà, la peggiore “Università del Passato”, altro che futuro.
L'Università del futuro che ci aspettiamo e in cui noi crediamo, non è quella in cui si tagliano 30 milioni sulla ricerca; non è quella in cui si tagliano ben 40 milioni sul Fondo di Finanziamento Ordinario; non è quella in cui si opta per il blocco delle assunzioni e, soprattutto, non è quella in cui si decurtano 30 milioni sul Diritto allo Studio. Nella nostra ‘’eternamente attuale università del passato’’ attestiamo, anche per quest’anno, che nulla è stato fatto per eliminare la vergognosa piaga dello “studente idoneo - non beneficiario di borsa di studio”. Manca, inoltre, una politica chiara sull'abolizione del numero chiuso. Certo, tra un pasto e l’altro il Ministro dell'Interno ci intrattiene con post su Facebook per qualsivoglia argomento, compreso quest’ultimo, ma dal Ministero competente nulla di sensato e ufficiale è stato prodotto. Proseguendo: è inesistente un piano che punti al miglioramento dell'efficienza della didattica, ad un adeguamento delle strutture, ad un miglioramento del sistema di orientamento in entrata e in uscita, ovvero politiche concrete per l'incrocio tra domanda ed offerta lavorativa. 
Alla luce di tutto ciò, sorgono spontanei degli interrogativi: di quale futuro si sta parlando? dove risiede esattamente il “cambiamento” tanto sbandierato sulle reti sociali da Lei e dagli altri esponenti del Suo governo?. Scuola e Università sono argomenti seri, indispensabili per il progredire sociale e culturale della nostra nazione e dell’ Europa tutta. Il dibattito che porta al vero cambiamento (senza virgolette) si può e si deve fare chiamando in causa tutti gli attori che ne fanno parte, ricordandosi che, senza gli Studenti, crolla tutto l’edificio. Quindi, Egregio sig. Ministro, La preghiamo di lasciar perdere, almeno per un po’, la turpe e umiliante “propaganda social” del suo partito e di avviare un approfondito e proficuo dialogo con le rappresentanze studentesche democraticamente elette. 
Siamo certi che rimarrà stupito nello scoprire a quante soluzioni si possa giungere semplicemente chiamando in causa la vera anima delle istituzioni che Lei rappresenta: gli Studenti.

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