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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Guardiagrele

"Pronto soccorso chiuso di notte nel silenzio del Comune": protesta il centrosinistra a Guardiagrele

Asl e Agenzia sanitaria regionale chiedono la riduzione da 24 a 12 ore anche per Casoli e Gissi, da monitorare Atessa e Ortona. il gruppo Guardiagrele il bene in comune: "Attacco alla sanità delle aree interne"

"Ancora una volta, in piena estate, Asl e Regione sferrano l'attacco alla sanità delle aree interne". Questa la denuncia del gruppo "Guardiagrele il bene in comune" di fronte al parere positivo che il Comitato regionale per l'emergenza ha dato alla Asl di Chieti sulla proposta di chiudere di notte i punti di primo intervento di Guardiagrele, Casoli e Gissi e di monitorare Atessa e Ortona al fine di eventuali provvedimenti.

"La Asl di Chieti - precisa la nota del gruppo - con una nota a firma del direttore Thomas Schael dello scorso 17 luglio che richiama provvedimenti del 2016, fino ad ora non eseguiti, ha chiesto di avallare la sua proposta portando a 12 ore il funzionamento del punti di primo intervento. Ci chiediamo il perchè di questo accanimento contro le strutture della aree interne delle quali, esattamente 12 anni fa, la giunta Chiodi decretava la chiusura. Oggi, alla scelta scellerata di quegli anni, si aggiungono i problemi per mancanza di personale, problemi che la Asl sfrutta per chiedere la chiusura di notte del Ppi. E così - spiega il centrosinistra di Guardiagrele - anzichè trovare soluzioni a questa criticità, si preferisce scegliere la strada più corta che, però, penalizza intere aree della Regione e certifica che il luogo dove si nasce, nel 2023, è ancora causa di discriminazioni e disuguaglianze".

Alla nota della Asl avrebbe fatto seguito una riunione del Comitato regionale per l'emergenza che lo scorso 3 agosto ha espresso il suo parere favorevole rinviando ad una consultazione con l'avvocatura regionale.

"Se leggiamo il documento, a parte le contorsioni verbali e la difficoltà di comprensione in alcuni passaggi, emerge chiaramente una volontà che confligge, ancora una volta, con le reali necessità della popolazione – dichiara il gruppo di opposizione - Anche il riferimento al cosiddetto protocollo India è molto pericoloso: si tratta di quella modalità di gestire l'emergenza togliendo i medici dalle ambulanze e lasciando gli interventi alla sola valutazione infermieristica. Ricordiamo che alla vigilia della pandemia, la Asl di Chieti si approssimava ad adottare questi atti. Il Covid bloccò tutti, ma oggi sembra che si vuole tornare su quella proposta. Tutto questo - spiega la nota - significa non solo negare il diritto alla salute al nostro territorio e dare il colpo di grazia alle aree interne, ma anche stabilire che nelle emergenze ci sono cittadini di serie A e serie B: se ci si sente male nelle 12 ore di apertura può andar bene, se ci si sente male nelle 12 ore di chiusura si può morire”.

“L'amministrazione Di Prinzio non ha fatto nulla di serio e concreto per difendere il nostro ospedale – attacca ancora l'opposizione - Negli ultimi 3 anni giusto un taglio di nastro per un centro vaccinale, conferenze stampa che annunciano ciò che non c'è e tanti grazie per servizi che sono un diritto, non un favore del politico di turno. Il fatto pericoloso è che questi documenti riguardano praticamente l'intera provincia. Oltre agli ormai ex piccoli ospedali, l'invito al monitoraggio su Atessa e Ortona cosa significa? Dobbiamo aspettarci davvero il deserto totale? La nostra difesa del diritto alla salute è costante e non intermittente e sembra assurdo doverne parlare proprio quando il Pnrr favoleggia si strutture e servizi nuovi per i cittadini. Noi diffidiamo la Regione e anche il comune dall'avallare queste decisioni contro le quali ci opponiamo con forza de determinazione, come sempre abbiamo fatto".

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