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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Alessandro Giardinelli (Udc Chieti) su Matteo Renzi

Matteo Renzi e la rottura generazionale: riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Alessandro Giardinelli (Udc Chieti) sul giovane sindaco di Firenze

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Alla Stazione in disuso Leopolda di Firenze (il nome è curioso ma ben adatto per farsi ricordare), il Giovane Sindaco fiorentino Matteo Renzi ha organizzato una nuova Convention dei suoi amici del PD.

I sondaggi sulla persona di Matteo Renzi, che hanno preceduto la Convention, hanno dato la sorprendente indicazione che il Sindaco di Firenze non solo miete consensi all’interno dello schieramento di centro-sinistra, ma riscuote apprezzamenti nel centro ed addirittura nel centro-destra.

A me è capitato diverse volte di ascoltarlo in TV mentre facevo zapping e per caso incrociavo il canale ove egli parlava, e devo dire che ogni volta sono rimasto ad ascoltarlo, interessato con curiosità ed ammirazione.

Ma dov’è il segreto di questa nuova meteora politica?

Matteo Renzi si propone come il nuovo ed al contrario di tutti gli altri, che si vendono ciclicamente come “Nuovo” ma non lo sono,  Egli è credibile. Dalla sua parte sono la giovane età, il suo linguaggio diretto e semplice, il suo sorriso non da ebete Berlusconiano o da Trota Bossiano, ma semmai sbarazzino e furbetto, la sua positività proiettata al futuro di una generazione che vuole farsi spazio e che contrasta con la tristezza ed il pessimismo del duo Bersani/Bindi o del sorriso “sotto il baffo Killer” di D’Alema; ma non basta, lo avvalorano anche quello che propone e come lo propone, nella conformità delle regole del partito e  senza escandescenze populiste DiPietriste o Grilline.

Ma il valore più grande di questa nuova apparizione del proscenio politico è relativa alla rottura generazionale che essa porta con sé, sia per l’età sia per il coraggio delle idee.

Sarebbe auspicabile che un Matteo Renzi fosse presente anche nel PDL o nell’UDC (tanto per citare i partiti storici più importanti), per la spinta che potrebbe rappresentare nello svecchiamento non solo degli uomini ma soprattutto delle idee. Tale concetto dovrebbe ben comprenderlo anche il caro Angelino (detto Alfano) che ricevuta la grande opportunità di essere segretario del PDL, non ha avuto il coraggio di rischiare e proporsi per le sue capacità, ed ha deciso di fare l’ennesimo segretario di Berlusconi legandosi, ahimè, al suo ormai ineluttabile destino.

Ma questo novello Davide saprà usare la fionda contro la moltitudine dei Golia del suo partito? E nasceranno anche negli altri partiti emuli di Renzi, per portare finalmente una visione nuova della politica in Italia? In tutti i partiti ci sono giovani di valore che potrebbero dare una spinta a questa nostra politica paludosa, stantia e maleodorante; basterebbe soltanto che questi padri-padroni fossero solo più saggi e meno legati ai propri interessi di poltrona. Sarebbe sicuramente opportuno per la crescita del confronto delle idee, foriera solo di benessere intellettuale e politico, e sono certo che alla fine ce la faranno, se non altro perché hanno due vantaggi: il tempo e la stanchezza del popolo alle rituali menzogne.

Ma se sarà così, spero che, allorquando i vari Matteo Renzi da giovani della politica diventeranno i vecchi tromboni della politica (infatti capiterà anche a loro), si ricordino di lasciare il passo ai giovani, ricordando che da sempre i giovani sono il motore e la risorsa della nostra società.

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