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Terremoto in giunta dopo le dimissioni di Raimondi, il sindaco Ferrara: "Decisione condivisa, perdo una delle menti più brillanti"

Il primo cittadino traccia un quadro dalle sfumature diverse rispetto a quello raccontato dall'ormai ex assessore, che non ha risparmiato accuse neanche troppo velate e critiche

"Perdo una delle menti più brillanti della mia squadra". Così il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, conferma la sua stima al politico e uomo Enrico Raimondi, che ieri ha annunciato la decisione di lasciare l'incarico di assessore e rimettere le deleghe nelle mani del primo cittadino.

Questi parla di un epilogo condiviso, sebbene il diretto interessato non abbia lesinato polemiche nel motivare la sua scelta. "Il sindaco mi ha invitato a dimettermi. Ho chiesto di rinviare una giunta, perché non avevo avuto il tempo di leggere una delibera importante", ha detto nella serata di ieri a Chieti Today, contestando anche il fatto che le riunioni di giunta vengano convocate solo poche ore prima, senza avere il tempo necessario di leggere le delibere da discutere. Una versione confermata anche in alcuni commenti postati online.

E proprio i social, ancora una volta, come spesso accaduto a Chieti negli ultimi anni, sono stati protagonisti del terremoto politico che ha travolto la giunta Ferrara nelle ultime ore. L'avvocato e docente universitario ha annunciato tramite un post su Facebook, infatti, di voler abbandonare l'impegno da assessore. Parole, quelle pubblicate online, evidentemente frutto di una profonda riflessione e limatura, distanti dallo stile consueto del dimissionario, che ha rivendicato i suoi impegni professionali da incastrare con l'impegno amministrativo, diversamente da altri colleghi di giunta che hanno più tempo per dedicarsi non solo alle riunioni più tecniche, ma anche ad aspetti più ludici e rappresentativi dell'incarico.

"Penso che ad amministrare la nostra città rimarranno i migliori, io non mi reputo tale", si schermisce Raimondi da chi gli conferma stima e apprezzamento. Ma non risparmia una puntualizzazione velatamente caustica: "Il sindaco mi ha giustamente invitato a dimettermi perché non riesco a partecipare alle giunte convocate due ore prima".

Il sindaco Ferrara, come suo stile, getta acqua sul fuoco, tracciando un quadro dalle sfumature diverse: "Le dimissioni dell'avvocato Raimondi - commenta - quantunque suscitino scalpore, rappresentano l'epilogo condiviso di riflessioni tra me e lui che procedono da settimane. Dopo una cena con alcuni consiglieri e assessori mi aveva confidato che gli impegni professionali del suo studio, le lezioni all'università e un'imminente prestigioso incarico istituzionale, a livello nazionale, gli avrebbero impedito una costante e proficua presenza in giunta. Ne abbiamo parlato anche sabato pomeriggio scorso, incontrandoci con il presidente del consiglio Luigi Febo. Avevo posto il problema della imminente giunta per il bilancio previsionale stabilmente riequilibrato e altre delibere importanti e quindi invitato a procrastinare le dimissioni. Ma ieri sera mi ha comunicato di non poter presenziare le prossime giunte per motivi professionali e da lì la decisione necessaria e irrevocabile. Con Enrico - conclude - perdo una delle menti più brillanti della mia squadra ma sarebbe egoista, da parte mia, trattenerlo chiedendogli di sacrificare la sua carriera professionale".

Una stima, quella verso Raimondi, che arriva anche dagli avversari politici.

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