"Iacovella Contessa di Celano tra politica e fede“: conferenza al museo universitario
Giovedì 18 aprile, alle ore 18, al museo universitario in piazza Trento e Trieste, Maria Grazia Del Fuoco presenta "Iacovella Contessa di Celano tra politica e fede“. La conferenza è inserita nel ciclo di conferenze “Chieti prima di Chieti – donne celebri nell’Abruzzo… e non solo!”, organizzato dall’associazione culturale Teate nostra, università d’Annunzio Chieti-Pescara, museo universitario, dipartimento di Lettere e Arti e Scienze Sociali, Scuola di Studi Umanistici.
Maria Grazia Del Fuoco è docente di Storia della storiografia medievale e ricercatrice confermata di Storia medievale all'università d’Annunzio. I suoi interessi di ricerca si rivolgono principalmente su due temi: gli Ordini Mendicanti, prevalentemente Frati Minori e Frati Predicatori, e la Diocesi Teatina di cui ha cercato di ricostruire la cronotassi episcopale in due recenti pubblicazioni.
Delegata Erasmus del dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’ateneo, ne è anche rappresentante presso il Centro Interuniversitario di studi Francescani a Perugia.
Iacovella, Contessa di Celano e Venafro nacque nel 1418 da Nicolò Conte di Celano, discendente dai Conti dei Marsi, i quali erano discendenti diretti di Carlo Magno che dominò per lungo tempo la Marsica. Con la morte del padre Nicolò Iacovella, ancora giovane divenne l’erede dei beni. Nel 1424 sposò Odoardo Colonna, nipote di Papa Martino V, ma il matrimonio durò solo tre anni; alla morte del Pontefice, Iacovella fuggì dal marito e chiese l’annullamento al nuovo Papa Eugenio IV, in quanto le nozze non furono mai consumate. Divenne moglie di Jacopo Caldora, che morì tre mesi dopo. Nel 1440 sposò in terze nozze Lionello Accrocciamuro, nipote del Caldora, da cui ebbe tre figli. Nel 1458 rimase vedova e governò lei stessa la Contea di Celano, in quanto il figlio primogenito Ruggero era troppo giovane. Ruggero, però, voleva il potere con l’aiuto del condottiero Jacopo Piccinino e del suo esercito assegnò il castello di Gagliano Aterno dove risiedeva la madre. Dopo tre giorni, Iacovella fu catturata e imprigionata nel castello stesso e tutti i suoi Feudi passarono sotto il controllo del figlio Ruggero, mentre il Piccinino rubò nel castello gioielli, suppellettili e una grande quantità di lana del valore complessivo di ottantamila ducati che utilizzò per ricostruire l’esercito e assediare Sulmona l’anno seguente (1463). Iacovella per riottenere la libertà fu costretta a pagare centoventimila ducati. Fallito l’assedio di Sulmona, Ruggero e Piccinino furono esiliati e la Contea di Celano fu assegnata ad Antonio Piccolomini. A Iacovella fu confermata la sola Contea di Venafro in Molise dove morì nel 1471.
Sarà possibile partecipare alla conferenza anche da remoto, previa prenotazione all’indirizzo giuseppe.mrozek@unich.it
Dopo ogni conferenza è possibile partecipare all’aperitivo cenato a tema al Ristorante Nino con prenotazione al numero 0871 63781.
Il menù del 18 aprile comprende crostino con mozzarella e prosciutto crudo, tagliatelle ai funghi, galantina con misticanza, crostata con crema al limone.