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Economia Chieti Scalo

Alla vigilia del 1° maggio alla Tomassetti di Chieti Scalo si sciopera per salvare il lavoro

Stipendi in ritardo, Rsu sistematicamente in cassa integrazione guadagni ordinaria, personale di un'altra azienda per sostituire le maestranze tra i problemi principali elencati dalla Fiom. La vertenza

Alla vigilia del 1° maggio, i lavoratori della Tomassetti Meccanica di precisione a Chieti Scalo cercano di salvare il lavoro.

La piccola azienda meccanica creata dall'imprenditore Elio Tomassetti, che occupa circa trenta persone, è protagonista di una vertenza sconosciuta ai più.

Martedì i lavoratori sciopereranno per due ore con assemblea davanti ai cancelli in via Marcinelle 21, dalle ore 10,30 alle ore 12,30.

A elencare i problemi della Tomassetti è la Fiom Cgil. "La Tomassetti - ricorda il sindacato -  si reggeva interamente sul fondatore che da solo riusciva a coprire in maniera esemplare tutti i ruoli. Le sue difficoltà fisiche pregiudicarono la presenza imprenditoriale e l' intera struttura aziendale fino ad allora priva di figure pronte a sostituirlo andò in crisi. In un momento quasi disperato, con la chiusura dietro l'angolo, privi di qualsiasi guida aziendale le lavoratrici e i lavoratori decidono di iscriversi in blocco alla Fiom; trovammo stipendi arretrati, contributi non versati, contratto nazionale e norme di ogni genere non più rispettate, clienti che fuggivano e ogni giorno lavoratori che si recavano in azienda senza sapere cosa fare e se l'azienda fosse stata trovata aperta oppure no. Sarebbe stato semplice chiamare le autorità competenti per le denunce di rito e interessare i legali per recuperare i crediti, queste azioni però, avrebbero sancito la fine di questo pezzo di storia del chietino".

Dopo vari tentativi la Fiom si rivolse alla Procura della Repubblica di Pescara e, con un documento sottoscritto da tutte le maestranze, chiese di avviare un'indagine con il fine di arrivare ad avere un amministratore di sostegno che pian piano riuscì a risanare la situazione riducendo il ritardo degli stipendi, mettendo in pari i contributi, rateizzando gli arretrati. Piano piano iniziarono ad arrivare nuovi clienti e si tronava a sperare per il futuro fino a quando, secondo quanto racconta il sindacato, l'amministratrice inaspettatamente rompe tutti gli ingranaggi e si interrompe il dialogo con il sindacato.

"Nel giro di un paio di mesi, l'azienda modifica i propri atteggiamenti, inizia a parlare di riduzione di personale pur non avendo esuberi, smette di rispettare anche molte norme basilari che regolano i rapporti di lavoro e con la nuova compagine non è più in grado di fare sintesi con maestranze e sindacati facendo aumentare le tensioni interne in maniera esponenziale e preoccupante. Da qualche settimana - riferisce Andrea De Lutis della Fiom -  fa partire una procedura di cassa integrazione ordinaria e per un mese consecutivo (ad oggi) pone in maniera punitiva sempre le stesse persone in cassa compresa una delle Rsu, utilizza addirittura personale di un'altra azienda per sostituire le maestranze Tomassetti in ammortizzatore e per fare lo straordinario come sabato scorso. Questa è un'azione gravissima che reca danno ai lavoratori e alle casse dell'Inps. oltre a non essere consentita dalle norme".

Lo scorso mese nonostante gli impegni presi con le maestranze non rispetta le scadenze per la regolarizzazione degli stipendi e i lavoratori decidono di scioperare un'ora al giorno per quindici giorni per costringere l'azienda a pagare gli stipendi di febbraio, versati il 15 aprile. Nel frattempo l'amministratrice inizia a spostare da Casalincontrada, dalla sede della Meccanica Eltom srl (riconducibile al signor Tomassetti) verso lo stabilimento di Chieti Scalo le macchine e le maestranze. "Purtroppo anche in questo caso siamo rimasti stupiti dagli atteggiamenti aziendali, - dice ancora De Lutis - abbiamo notizie che ai lavoratori della Eltom è stato consigliato di restare in disparte, di non mescolarsi con i colleghi dell' altra azienda colpevoli di essere così rivoluzionari da chiedere il rispetto delle norme sulla sicurezza, di essere retribuiti alle normali scadenze e di pretendere addirittura di avere i bagni e la mensa igienicamente fruibili. Chi oggi organizza l'azienda internamente, dimostra scarso o assente rispetto per le persone e per la sicurezza, chiede ad alcuni lavoratori di compiere manovre pericolosissime per la propria incolumità - denuncia - ed ha atteggiamenti antisindacali che si manifestano nel mettere la Rsu in Cassa integrazione guadagni ordinaria in maniera continua, suggerisce alle maestranze di cancellare l'iscrizione al sindacato, avvicina i lavoratori chiedendo se hanno intenzione di aderire allo sciopero con lo scopo di scoraggiarne la riuscita.

Ciliegina sulla torta- conclude -  da questo mese le maestranze sono senza metasalute perchè probabilmente la Tomassetti non è in regola con le quote, mensilmente alle maestranze iscritte alla Fiom, come da ccnl vengono trattenute le deleghe sindacali ma l'azienda spesso “dimentica” di girare il dovuto accumulando diverse mensilità di ritardo e trattenendo illecitamente i soldi dei lavoratori prefigurando il reato di appropriazione illecita. Sperando che l'azienda rinsavisca, per le motivazioni elencate abbiamo deciso con le maestranze di dichiarare 2 ore di sciopero con assemblea per il giorno 30 aprile"..

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