Pantalonificio di Gissi: la Canali conferma la volontà di non continuare la produzione
Nell’ultimo incontro, di pochi giorni fa, l’azienda ha lanciato un ultimatum per i restanti 57 dipendenti: o accettano entro il 17 giugno la somma offerta dall’azienda, o continuano la difficile trattativa
Si assottigliano le speranze di sopravvivenza per il pantalonificio della Canali, a Gissi. Al momento 39 lavoratori hanno scelto di uscire dalla vertenza con un bonus di 10mila euro, rinunciando dunque a qualunque altro tipo di legame con l’azienda. Ma altri 57 continuano a combattere per salvaguardare il proprio posto di lavoro e per salvare dalla desertificazione una zona florida e produttiva fino a pochi anni fa.
Nell’ultimo incontro, di pochi giorni fa, l’azienda ha lanciato un ultimatum per i restanti 57 dipendenti: o accettano entro il 17 giugno la somma offerta dall’azienda, o continuano la difficile trattativa.
Ma la vertenza è difficilissima, anche considerando il fatto che l’accordo proposto ai primi 37 lavoratori che si sono accontentati della buonuscita, prevedeva che i soldi arrivassero solo quando i sindacati avrebbero firmato quello sulla cessazione delle attività.
Il 20 giugno è previsto un nuovo incontro, in cui sindacati e Regione sperano nell’ipotesi della riconversione industriale per non trasformare la Val Sinello nello spettro dell’area vivace che era.