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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Caro vita: oltre la metà degli abruzzesi chiede un deciso aumento dello stipendio

Il 51,6% dei lavoratori della nostra regione si aspetta un aumento di stipendio quest'anno, con un incremento medio del 5,9%

Dall’ultimo report People at Work dell'Adp® Research Institute, oltre la metà degli abruzzesi chiede un aumento dello stipendio per far fronte al caro vita. Il 51,6% dei lavoratori della nostra regione si aspetta un aumento di stipendio quest'anno, con un incremento medio del 5,9%. E, stando allo studio condotto, emerge che lo scorso anno 41,9% dei lavoratori abruzzesi ha ricevuto un aumento di salario, con incrementi medi pari al 5%. Tuttavia, le aspettative per l’anno in corso, traggono giustificazione dai dati Istat, secondo cui nel 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti nel Centro Italia del 7,9%, implicando quindi una riduzione dei salari reali.

Si aggiunga che il 35,5% dei lavoratori abruzzesi pensa di essere sottopagato e che il 38,7% sostiene che le aziende non hanno adottato nessuna iniziativa a sostegno dei dipendenti, per consentirgli di affrontare il complesso periodo economico.

Il report, condotto su oltre 32.000 lavoratori in 17 Paesi, circa 2000 in Italia, analizza la percezione che i dipendenti hanno dell'attuale mondo del lavoro e di ciò che si aspettano e sperano di ottenere dal proprio datore di lavoro in futuro.

Marcela Uribe, general manager Asp Southern Europe, commenta: “Il riconoscimento di un aumento salariale è un tema di estrema rilevanza. Qualsiasi somma sia stata concessa ai lavoratori in passato, è improbabile che freni le nuove richieste di un aumento. Con l'impennata del costo della vita, i lavoratori delle fasce di reddito medio-basse hanno riscontrato una forte riduzione del loro reddito disponibile, e anche alcuni lavoratori con redditi più elevati ne risentono. La spesa per i beni di prima necessità, e non solo per i beni di lusso, è stata fortemente compressa a causa dell'impennata delle bollette energetiche, dell'aumento degli affitti, dell'incremento dei tassi di interesse e dell'aumento delle spese alimentari. Anche se l'inflazione ha raggiunto il suo picco, sembra che ci vorrà del tempo per tornare a livelli più sostenibili”.

Lo studio riporta anche che il 61,3% dei lavoratori abruzzesi afferma che la retribuzione è il fattore più importante in ambito lavorativo, seguito dall’avere piacere a lavorare nella propria azienda (41,9%) e dalla stabilità (35,5%).

Un dato che potrebbe essere correlato sia al tasso di insoddisfazione (51,6%) concernente il salario ricevuto, sia al percepito sull’adeguatezza del proprio stipendio rispetto al lavoro svolto: il 35,5% degli abruzzesi pensa di essere pagato meno di quanto meriterebbe.

I datori di lavoro hanno il difficile compito di soppesare le richieste di aumento di stipendio con le sfide poste dall'aumento dei costi e dal restringimento dei margini di profitto. I lavoratori sono fiduciosi di ottenere un aumento di stipendio dalla loro attuale azienda, ma in caso contrario è forte la sensazione di potersi assicurare un aumento cambiando lavoro. Le implicazioni per l'acquisizione e la fidelizzazione dei talenti sono enormi. Come dimostra la recente ondata di scioperi in molti Paesi e in diversi settori industriali, molti lavoratori ritengono che non si stia facendo abbastanza e sono disposti ad adottare misure sempre più drastiche, organizzando scioperi per far valere le proprie ragioni e raggiungere un accordo adeguato. I datori di lavoro che non sono in grado di concedere aumenti di stipendio adeguati devono pensare in modo creativo a come soddisfare il personale in altri modi, ad esempio offrendo maggiore flessibilità o altri vantaggi” conclude Uribe. 

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