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Cronaca

Vendeva bianchetto, ma in realtà era pesce ghiaccio dalla Cina: multa salata per un ristoratore

La guardia costiera ha approfondito le indagini sull’origine del prodotto appurando che quello che veniva venduto ai clienti come “bianchetto” in realtà era una specie ittica dal basso valore commerciale e diffusa in tutte le acque salmastre tropicali e subtropicali della Cina

Un ristoratore del teatino nei giorni scorsi è stato multato dal personale della Capitaneria di porto di Ortona per violazione degli obblighi comunitari relativi alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.

Il gestore del ristorante proponeva ai propri clienti diverse pietanze pubblicizzate sul menu come “bianchetto”, una pregiata qualità di novellame di pesce azzurro, dal tipico colore bianco, la cui pesca e vendita è vietata per ragioni di sostenibilità ambientale. Allertati dall’annotazione riportata sui menu, i militari della guardia costiera hanno approfondito le indagini sull’origine del prodotto in questione appurando, tramite la documentazione di tracciabilità, che quello che veniva venduto ai clienti come “bianchetto” in realtà era “pesce ghiaccio”, una specie ittica dal basso valore commerciale e diffusa in tutte le acque salmastre tropicali e subtropicali della Cina.

Al ristoratore è stato quindi contestato il mancato rispetto delle “pratiche leali d’informazione” al consumatore, avendo utilizzato una denominazione ingannevole per rendere più appetibile il proprio prodotto, ricorrendo, addirittura, al nome di una specie vietata.

L’importo della sanzione va da 3mila a 24mila euro (l’ammontare esatto verrà stabilito dal'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari  del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste).

Infrazioni di questa natura sono assai ricorrenti, ricordano dalla Capitaneria di porto di Ortona: qualche settimana fa la stessa aveva sanzionato un altro ristoratore per aver pubblicizzato, anche tramite social media, una lista di portate esclusive in cui, tra le pietanze, compariva una “tartare di tonno rosso”, salvo poi scoprire, in corso d’ispezione, che si trattava del meno pregiato tonno pinne gialle, e che l’intero menu era a base di prodotto decongelato.

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