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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Vasto

Tenta il suicidio nel carcere di Vasto dopo l'arresto a San Salvo, salvato da un agente. Il sindacato: «Necessario intervento delle istituzioni»

L'uomo, finito dietro le sbarre per essersi accanito contro l'auto di un agente della polizia locale di San Salvo, in precedenza aveva preso a testate il comandante

È stato solo grazie alla prontezza di un agente di polizia penitenziaria che è stato possibile sventare il suicidio nel carcere di Vasto di un 37enne di San Salvo.

Infatti il tempestivo intervento dell'agente ha fatto sì che adasse a vuoto il tentativo del detenuto, trasportato nella casa circondariale di Torre Sinello il 10 agosto dopo essere stato tratto in arresto per essersi accanito contro l'auto di un agente della polizia locale di San Salvo.

L'uomo non è nuovo a questo genere di comportamenti: tre mesi fa, infatti, era entrato nel municipio di San Salvo creando scompiglio e ha dato in escandesceze all'arrivo del comandante della polizia locale che ha cercato di calmarlo. In quell'occasione l'uomo ha dato una testata sul volto all'ufficiale procurandogli una ferita.

Commentando l'episodio del tentato suicidio, il segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria, Donato Capece, ha invitato «le autorità istituzionali e regionali ad attivare, da subito, un tavolo permanente regionale sulle criticità delle carceri, che vedono ogni giorno la polizia penitenziaria farsi carico di problematiche che vanno per oltre i propri compiti istituzionali, spesso abbandonata a sé stessa dal suo stesso ruolo apicale. È solo grazie ai poliziotti penitenziari di Vasto che non abbiamo contato un altro morto tra le sbarre».

«A Vasto servono agenti giovani, una nuova organizzazione del lavoro e il sostegno concreto delle istituzioni - continua Capece -. Credo che chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica ed istituzionale, dovrebbe andare in carcere a Vasto a vedere come lavorano i poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del Sappe e di tutto il corpo ma dell’intera nazione».

«È fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Vasto ma anche per tutte le altre strutture detentive abruzzesi, che sono contrassegnate, chi più chi meno, da deficiente organiche e talvolta anche organizzative. Ed è stato un grave errore politico sopprimere, a Pescara, il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria». 

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