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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Tollo

Traffico illecito di rifuti, sequestrata area ex fornace a Tollo

Indagato anche il sindaco. Il corpo forestale sequestra l'area sita in contrada Venna, negli anni '90 furono abbandonati rifiuti provenienti da un traffico illecito

Il Comando Stazione Forestale di Ortona, su delega dell’Autorità Giudiziaria, ha posto sotto sequestro un’area di circa 13.000 mq in contrada Venna di Tollo, dove da metà degli anni ‘90 sono presenti rifiuti speciali illecitamente pervenuti da varie regioni del Nord Italia. Tali rifiuti, risultati tossici nocivi dalle analisi effettuate all’epoca dei fatti, furono in parte interrati su un’area di circa 7000 mq e in parte stoccati “provvisoriamente” all’interno di due capannoni dentro dei big-bags. Il tutto a seguito di provvedimenti per il risanamento dell’area adottati dalla Regione Abruzzo.

Le indagini, condotte sotto le direttive del pm di Chieti Giuseppe Falasca, sono partite nel 2014, a seguito di ripetuti articoli di stampa riguardanti la verifica sulla corretta esecuzione del tombamento dei rifiuti nell’area denominata MISPE (Messa in Sicurezza Permanente) e sono tutt’ora in corso. Quattro gli indagati, tra questi anche l'attuale sindaco Angelo Radica, che sta bonificando l'area.  Tutti dovranno rispondere della presenza di valori anomali nelle acque di scarico, verosimilmente riconducibili al percolato prodotto dai rifiuti, e delle eventuali conseguenze sull’ambiente. La presenza di eventuali matrici inquinanti è ancora in corso, anche attraverso specifici campionamenti. 

Le attività di sequestro hanno interessato sia un sistema di convogliamento di acque reflue provenienti dall’area messa in sicurezza, con recettore finale il torrente Venna, come da decreto del gip Redaelli, sia l’area messa in sicurezza, contenente rifiuti tombati e le aree limitrofe, come da decreto del pm titolare delle indagini. Le analisi effettuate sui campioni raccolti hanno infatti evidenziato la presenza di sostanze inquinanti, che si ipotizzano derivare proprio dalla stoccaggio dei rifiuti. I capannoni in cui si trovano i big-bags non sono stati sottoposti a sequestro, in quanto sono in itinere attività propedeutiche allo smaltimento degli stessi.
 

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