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Cronaca San Vito Chietino

Sequestro residence Caletta del Turchino a San Vito: fu tutto regolare

Gli ingegneri Alfredo Di Nardo e Maria Teresa Di Nardo sono stati assolti per falso e truffa in quanto il fatto non sussiste. I legali: "Sentenza che non vale a risarcire gli imputati degli enormi e ingiusti danni subiti"

Gli avvocati Alfonso Ucci e Alberto Paone, legali difensori degli ingegneri Alfredo Di Nardo e Maria Teresa Di Nardo nel processo penale meglio conosciuto come “Caletta Turchino”, danno notizia dell'assoluzione per falso e truffa nei confronti dei loro assistiti in quanto il fatto non sussiste: le contestazioni erano legate a una variante edilizia inerente la realizzazione del complesso residenziale “Caletta del Turchino” a San Vito Chietino.

I Di Nardo, inoltre, erano imputati insieme a Romeo Montichiaro (anch'egli assolto) per reati urbanistici relativi al succitato complesso immobiliare. La Procura di Lanciano aveva chiesto la condanna a 18 mesi di reclusione per i tre imputati e la demolizione.

Nel corso del giudizio sono stati eseguiti sequestri prima totali e poi parziali della struttura ed è stata adottata un'ordinanza di demolizione della copertura, "con intuibili danni diretti e indiretti per i progettisti e per la società che ha realizzato il complesso immobiliare", scrivono in una nota gli avvocati Ucci e Paone.

La copertura è stata poi ricostruita identica alla precedente, regolarmente assentita dagli organi comunali e dalla soprintendenza ai beni paesaggistici della regione Abruzzo. Dopo un processo lungo e articolato, ieri il Dott. Belli, Giudice Unico presso il Tribunale di Lanciano, ha dichiarato il non doversi procedere in relazione ad alcuni dei reati edilizi minori contestati perché estinti per sopravvenuto rilascio di permesso di costruire in sanatoria e ha assolto gli imputati da tutti i restanti reati loro contestati perché il fatto non sussiste.

"Questa sentenza - affermano Ucci e Paone - ribadisce e conferma l’assoluta correttezza dell’operato dell’Ing. Alfredo Di Nardo e dell’Ing. Maria Teresa Di Nardo pur se non vale a risarcire gli imputati degli enormi e ingiusti danni subiti a seguito di una vicenda, iniziata nel lontano maggio 2012, che ha preso le mosse da accertamenti svolti dagli organi inquirenti in maniera incompleta e non condivisibile". 

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