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Cronaca

Mega discarica Bussi, udienza rinviata per lo sciopero degli avvocati

Falsa partenza in Corte d'Assise a Chieti, processo aggiornato al 31 gennaio per i 19 imputati, tutti dirigenti e funzionari Montedison, accusati di avvelenamento delle acque. In tanti hanno risposto all'appello di Zona Ventidue per assistere al dibattimento

Falsa partenza in Corte d’Assise a Chieti per il processo sulla megadiscarica di Bussi sul Tirino. A causa dello sciopero degli avvocati questa mattina (lunedì 13 gennaio) la prima udienza ospitata nell’aula consiliare del Comune (al primo piano dell’ex Upim, dato che a palazzo di giustizia sta per iniziare il restauro dei danni del terremoto, ndc) è durata pochi minuti.

La prossima udienza è stata fissata dal presidente del collegio Geremia Spiniello per il prossimo 31 gennaio, con una cadenza di una settimana per poter arrivare rapidamente verso un risultato utile, considerato che sono trascorsi sei anni dalla scoperta del sito avvelenato da rifiuti tossici. Il corpo forestale scoprì che in quell’area furono scaricate circa 500mila tonnellate di sostanze pericolosissime per al salute e per l’ambiente.

Gli imputati sono 19, tutti dirigenti e funzionari di Montedison dagli anni Sessanta, che devono rispondere di reati che vanno dall’avvelenamento doloso di acque di falda al disastro doloso. Si tratta di Guido Angiolini, Maurizio Piazzardi, Camillo Di Paolo, Maurilio Aguggia, Vincenzo Santamano, Carlo Cogliati, Nicola Sabatini, Angelo Domenico Alleva, Nazzareno Santini, Luigi Guarracino, Giancarlo Morelli, Giuseppe Quaglia, Carlo Vassallo, Luigi Furlani, Alessandro Masotti, Bruno Parodi, Mauro Molinari, Leonardo Capogrosso, Salvatore Boncoraglio.

E in tanti questa mattina si sono presentati sotto i portici dell’ex Upim per assistere all’udienza, poi rinviata, rispondendo all’appello lanciato da Zona ventidue tramite i social network al grido di "Stop al biocidio in Abruzzo".

“500mila cittadini della ValPescara, Chieti e Pescara comprese – si legge nell’invito – per venti anni hanno bevuto acqua dai rubinetti contaminata da solventi clorurati cancerogeni e tossici, dal tetracloruro di carbonio all’esacloroetano, dal cloroformio alla trielina. I pozzi sono stati contaminati dai veleni sotterrati a Bussi, nelle discariche e nel sito industriale, contaminati a livelli incredibili. Lì la falda acquifera ha oltre 30 sostanze tossiche sopra i limiti di legge, alcune anche 1 milione di volte superiori ai livelli consentiti. Nell’attuale area industriale è stata trovata anche la diossina oltre i limiti di legge”.

E ancora: “Le sostanze tossiche continuano ad essere trasportate nel fiume Tirino, nel Pescara e nelle falde verso valle, l’alveo dei fiumi è pesantemente inquinato di mercurio e ancora non sono monitorate vaste aree del sito di interesse nazionale per le bonifiche”. Si ripresenteranno in tribunale il 31 gennaio.

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