Migranti, "Porto di Ortona troppo lontano, a rischio i sopravvissuti": azione legale delle ong

Le ong tedesche Sos Humanity, Sea Eye e Mission Lifeline hanno annunciato l’avvio di un'azione legale contro la strategia messa in atto dal governo italiano di assegnare alle navi umanitarie porti molto distanti dalla zona dei soccorsi. 

È il caso del porto di Ortona, assegnato alla Humanity 1, nave di Sos Humanity, che nei giorni scorsi ha soccorso 199 migranti in cinque soccorsi nelle due notti di venerdì e sabato. La nave ha continuato il suo viaggio verso il porto assegnato in Abruzzo a circa 1.300 miglia di distanza e Humanity 1 arriverà in provincia di Chieti martedì pomeriggio. “Due persone – riferisce la ong - hanno dovuto essere evacuate, quindi a bordo sono ancora 197 salvate dall'emergenza in mare, tra cui due donne incinte e oltre 40 minori, due di cui sotto i due anni. Avevano trascorso fino a cinque giorni in mare, in parte senza acqua e cibo, prima di essere salvati, e erano gravemente disidratati. Sono ancora molto deboli, molti sono mal di mare a causa dell'onda. Il capitano ha chiesto invano l'assegnazione di un porto più vicino”.

Per la Sos Humanity, “ritardare lo scarico dei superstiti da parte del governo italiano di un porto così remoto rappresenta un inutile rischio sanitario per le persone vulnerabili. Anche il lungo tragitto verso nord ci tiene lontani dall'area di soccorso per molti giorni - anche se c'è urgente bisogno lì, come vediamo con l'elevato numero di emergenze in mare. È in corso la nostra causa contro l'assegnazione sistematica dei porti remoti da parte dell'Italia insieme a Sea-Eye e Mission Lifeline”.

Per Ortona, intanto, si tratta del quarto sbarco di migranti, l'ultimo risale allo scorso 2 giugno.