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Cronaca San Giovanni Teatino

Scoperti 227 lavoratori irregolari in un grande magazzino: maxi multa all'amministratore

Le fiamme gialle hanno scoperto che la società, dal 2021, avrebbe impiegato i lavoratori, di cui 61 completamente in nero, in parziale o totale evasione contributiva. Per l'amministratore è scattata una maxi-sanzione di 220mila euro

La guardia di finanza di Chieti ha scoperto 227 lavoratori irregolarmente impiegati, dei quali 61 completamente in “nero”, in un grande magazzino di San Giovanni Teatino, operante nella vendita di un’ampia gamma di prodotti, tra i quali articoli di abbigliamento, mobili, elettrodomestici, ferramenta, cosmetici, gioielli, giocattoli e articoli sportivi.

Le fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria, nel corso di un controllo fiscale alla società, amministrata da un soggetto di nazionalità cinese, hanno constatato che, dal 2021 in maniera sistematica, avrebbe impiegato i lavoratori dipendenti in parziale o totale evasione contributiva; condotte che hanno dato luogo a violazioni della legislazione in materia di lavoro.

In particolare, anche grazie all’intervento di un militare specializzato in “Computer forensics & data analysis”, che ha il compito di dare supporto tecnico alle investigazioni per la raccolta di elementi di prova su sistemi informatici, a seguito dell’ispezione operata negli uffici amministrativi dell’azienda, sarebbe stata rinvenuta copiosa documentazione a comprova dell’esistenza di una gestione parallela nella quale erano riportate operazioni non contabilizzate.

Tra queste: le retribuzioni dei dipendenti che, anche se formalmente assunti con contratti part-time, sarebbero stati impiegati a tempo pieno fino a 12 ore al giorno per 6 giorni settimanali; la presenza di addetti risultati privi dei relativi contratti di lavoro; il sistematico ricorso alla retribuzione in contanti per le ore di lavoro effettivamente prestate in esubero a quelle “conteggiate” in busta paga, tramite erogazioni non “tracciate”.

Quanto è emerso dall’estrapolazione di dati e documenti sarebbe riconducibile ad un “sistema” collaudato finalizzato all’elusione degli obblighi fiscali e contributivi, ciò avvalorato da numerosi dipendenti ed ex-dipendenti che, vincendo il vincolo di subordinazione legato alla regola del “prendere o lasciare”, dettato dall’impresa, avrebbero reso dichiarazioni confermative delle ricostruzioni operate dai militari.

Nei confronti della suddetta compagine sociale è stata quindi avviata la procedura della diffida alla regolarizzazione delle posizioni dei lavoratori ed al pagamento della maxi-sanzione, calcolata ricostruendo le giornate di effettiva presenza al lavoro dei dipendenti, in circa 180.000 euro, più oltre 40.000 euro riferibili a diverse, ulteriori irregolarità riscontrate, quali l’omessa o infedele registrazione di dati obbligatori sul “libro unico del lavoro” e la violazione dell’obbligo di tracciabilità dei pagamenti delle retribuzioni.

Il comandante provinciale, colonnello Michele Iadarola, evidenzia l’efficacia dell’azione di contrasto delle fiamme gialle teatine verso il fenomeno del sommerso da lavoro “che costituisce una piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati e alimentando, di fatto, una competizione sleale a scapito delle imprese oneste, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti”.

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