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Cronaca

Maristella: i dipendenti scrivono al Senatore Marino

I 40 dipendenti dell'Istituto Maristella questa mattina (4 novembre)hanno inviato una lettera al Senatore Ignazio Marino, Presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul SSN di Roma. Nel testo anche una postilla del Tribunale del Malato

Egregio Presidente,

siamo i dipendenti di “Maristella” (società attualmente in esercizio provvisorio ed un tempo satellite del Gruppo Villa Pini), oggi impegnati nell’assistenza di 35 pazienti con diagnosi di grave insufficienza mentale, disordini motori e comportamentali. Siamo certi che il Suo recente impegno nell’annosa vicenda del Gruppo Villa Pini per la salvaguardia dei diritti di chi soffre e dei lavoratori, rappresenti per noi uno stimolo ed un baluardo nel drammatico contesto in cui operiamo sia per tutelare i nostri malati sia per non essere possibili vittime sacrificali di dispute burocratiche sulla natura di questi assistiti, con le inevitabili ricadute sui livelli occupazionali.

Dal 1996 “Maristella” opera all’interno della Casa di Cura “Villa Pini d’Abruzzo” e mai in questi 15 anni le Commissioni ispettive hanno mosso contestazioni strutturali e/o di altra natura, pregiudizievoli al nostro lavoro. Anche un Decreto commissariale pubblicato il 13 aprile 2010 (prima del fallimento del Gruppo Angelini) che aveva disposto il trasferimento di questi malati, è stato di fatto annullato proprio per le difficoltà della Asl di Chieti di trasferire questi malati in strutture che non esistono o che non operano in condizioni tali da assicurare il loro benessere psico-fisico.

La decisione del Giudice fallimentare di attivare l’Esercizio provvisorio di Maristella ha consentito al curatore avvocato Giuseppina Ivone di regolarizzare per quanto possibile l’assistenza dei malati e la gestione del personale in vista della vendita all’asta. Ma paradossali interventi a mezzo stampa sulla presunta “non vendibilità aziendale per mancanza delle autorizzazioni richieste”, innumerevoli difficoltà gestionali (rectius: stipendi arretrati anche sei mesi per i ritardi della Asl nel pagamento delle prestazioni) superate grazie al sacrificio dei lavoratori e nell’interesse degli assistiti, hanno accompagnato sia la prima gara d’acquisto annullata (6/6/2011) che la più recente del 3 Ottobre scorso.

Eppure il disciplinare di gara in entrambi i casi portava a conoscenza dei soggetti interessati all’acquisto tutti i rilevanti interventi di manutenzione necessari per la “messa a norma” della struttura, oltreché della riduzione delle rette in funzione della suddetta trasformazione. Il curioso percorso, in forza del quale si è giunti a quello che è stato un tentativo vano di vendita aziendale, è stato accompagnato da una relazione della Asl di Chieti indirizzata al Sindaco di Chieti, sulle verifiche svolte nella struttura. E pochi minuti prima dell’orario di gara, giungeva al Procuratore della Repubblica e al Presidente del Tribunale, la denuncia del Sindaco, che preso atto della relazione, costringeva il Curatore ad annullare la gara aziendale.

Tali inutili “paletti” burocratici, non certo innovativi rispetto alle notizie fornite dalla curatela, possono aver scoraggiato i soggetti interessati. Ma anche nella successiva gara del 3 ottobre scorso, si è fatta notare la solerzia della Commissione ispettiva della Asl che il 22 luglio scorso ha analizzato le prestazioni dell’anno 2010 attraverso una globale verifica riguardante cartelle cliniche, situazione logistica e personale. In conclusione, si confermavano le rette di RA e RSA per pazienti portatori di disabilità “stabilizzate”, ma veniva definito insufficiente il numero di operatori a diretto e continuo contatto con gli assistiti per le patologie “associate a gravi disturbi comportamentali”, il che richiedeva un notevole carico assistenziale. Una vera e propria contraddizione operativa: o sono pazienti da Ra o da ex art. 26.

Il 3 ottobre si è svolta la seconda gara d’appalto che ha visto vincitore “Neuromed spa”, unica società a presentare l’offerta. Ma il 21 successivo perveniva all’attenzione del Curatore fallimentare un esposto dell’affittuario della Casa di Cura “Villa Pini d’Abruzzo”, nella persona del Dr. Nicola Petruzzi, che esprimeva preoccupazione rispetto alla necessità di effettuare controlli in ordine alla sicurezza, sistemi anti-incendio, procedure di emergenza giustificati dalla “Promiscuità di pertinenze” e dai rischi connessi riguardanti i degenti, il personale del Maristella e gli assistiti della Casa di Cura. Il 26 ottobre successivo giungeva, con fatale puntualità, una verifica ispettiva dei NAS unitamente ai commissari Asl. A conclusione di tale scrupolosa ispezione, che vogliamo sperare “di routine” anche per altre Strutture Residenziali, veniva stilato verbale ed evidenziate alcune carenze in termini di procedure d’emergenza, servizi e “Setting” gestionale, a cui premeva il Responsabile del reparto ha replicato con opportune e legittime controdeduzioni (come da allegato a sua disposizione). A tale verifica seguiva il 27/10/11, sempre nell’ambito temporale di due confronti sindacali con la Società aggiudicatrice, un ulteriore controllo dei Dirigenti Asl, alle prese con la rivalutazione dei livelli di Assistenza di ciascun paziente. E’ di ieri infine la possibile rinuncia di Neuromed all’acquisto, con tutto quello che può significare per i nostri pazienti e per noi operatori.

Ci rivolgiamo perciò fiduciosi a Lei, sebbene stanchi e scoraggiati dalle ambigue e capziose prese di posizione dei nostri primi referenti. La Asl è puntuale e solerte in certi ambiti, molto meno laddove sia chiamata ad ottemperare a doveri contrattualmente validati (pagamento prestazioni), ancor più colpevole se si gioca sul futuro ed il destino dei nostri assistiti, affetti da patologie gravissime e che, istituzionalizzati da anni, vivono il “Maristella” come la loro casa, in assenza di qualsiasi supporto se non quello rappresentato da chi Le scrive.

Supporteremo le azioni a difesa dei pazienti ricoverati per impedire che si ripetano le oscenità già viste con l’esodo forzato dalla “ex Villa Pini”.

Confidiamo perciò che le nostre istanze non vengano eluse, laddove chi dovrebbe tutelarci, sembra, ci abbia voltato le spalle: il Sindacato Cisl che, attraverso un comunicato stampa, sottolineando la mancanza dei requisiti essenziali per l’esercizio dell’attività Sanitaria, non proferisce verbo rispetto al mantenimento dei posti di lavoro; il Sindaco di Chieti che rimpalla responsabilità di competenza con la Asl, rendendosi artefice di decisioni realmente drammatiche in un Comune alle prese con una straordinaria crisi occupazionale; le Commissioni ispettive che, risvegliatesi dopo oltre un decennio di stato stuporoso, si accorgono che ciò che prima si riteneva “idoneo”, per la buona pace di malati e lavoratori senza stipendio, non lo è più. Il  recente passato evidentemente non ha insegnato nulla all’Ufficio commissariale, che sembra aver dimenticato cosa è successo con il trasferimento delle Villette e dell’ex Paolucci. Alcuni malati trasferiti infatti morirono e ci sono stati disagi indicibili per le famiglie, spaesamento per i malati, cambio improvviso di terapie, insomma strascichi che sarebbe stato meglio evitare. Nel frattempo il panico si è impadronito dei pazienti del Maristella che noi operatori fatichiamo a tranquillizzare in seguito alle numerose visite ispettive su più fronti; sembra che a preoccuparsi del destino di questi pazienti con alte disabilità psicofisiche interessi solo NOI  che con abnegazione continuiamo ad assisterli con amore, come da 20 anni. Molti di loro infatti li abbiamo visti crescere e maturare, insomma NOI rappresentiamo di fatto la LORO FAMIGLIA.

Distinti saluti.

I dipendenti dell’Istituto Maristella

Supporteremo le azioni a difesa dei pazienti ricoverati per impedire che si ripetano le oscenità già viste con l’esodo forzato dalla “ex Villa Pini” (il Presidente Regionale Tribunale del Malato, Aldo Cerulli)

 

 

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