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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Vasto

Detenuto scoperto mentre tenta di introdurre droga nel carcere di Vasto al rientro da una licenza

Lo stupefacente è stato sequestrato, i sindacati: «Considerata l’esiguità di unità in servizio, la professionalità del personale di polizia penitenziaria è stata brillante»

Rientra in carcere dopo aver usufruito della licenza e pensa bene di portare con sè della sostanza stupefacente. L'episodio sarebbe avvenuto nella casa circondariale di Torre Sinello a Vasto.

L'internato, un 34enne di origine campana allocato in una cella 'di transito', a pochi minuti dal suo ingresso avrebbe cercato di passare l'involucro a un altro internato che transitava nelle vicinanze. Ma grazie alla professionalità del personale di polizia penitenziaria lo scambio è stato puntualmente intercettato e la sostanza sequestrata.

Il contenuto dell'involucro, già pronto per il consumo e la cessione, avrebbe senz'altro potuto minare l'ordine e la sicurezza del carcere, oltre a favorire altre più ampie dinamiche criminose nel penitenziario.

«Considerata l’esiguità di unità in servizio l'operazione si può definire brillante perché la polizia penitenziaria, oltre ad operare nell' assicurare l’ordine e la sicurezza all’interno dell'istituto, deve contrastare anche l'introduzione e lo spaccio di sostanza stupefacente» commentano in una nota Tuzzi (Sappe), Notarangelo (Osapp), Faraci (Uil), Di Vetri (Cisl), Cimpa (Cgil) e Merola (Cnpp).

«È ovvio che la grave carenza di organico che si continua a denunciare innesca e incoraggia la tipologia di utenza a rischiare nel tentare di introdurre sostanza stupefacente o altri oggetti non consentiti e a continue aggressioni, con l’illusione di trovare un Corpo spiazzato e disarmato - continuano i sindacati -. Gli internati, che percepiscono le falle del sistema e che molto hanno da guadagnare anche rispetto al proprio humus delinquenziale e criminale, non perdono tempo nell’architettare malvagie strategie».

«La licenza trattamentale, che è un premio concesso dal magistrato a chi ha mostrato un certo adattamento alle regole penitenziarie, quindi generale buona condotta, che dovrebbe costituire un primo passo verso una più concreta risocializzazione diventa, al contrario, occasione per delinquere ancora e ulteriore espediente, tra gli altri, per cercare di spiazzare le regole della civile convivenza e gli stessi uomini che rappresentano le istituzioni - concludono i rappresentanti sindacali -. L'andamento in atto è un fenomeno estremamente preoccupante, sul quale gli organi della magistratura, le istituzioni, il legislatore dovranno interrogarsi per individuare le cause e porre un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio, ma sul come agire per ripristinare la legalità fuori e dentro le mura del carcere».

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