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Cronaca

Degrado del fiume Trigno: il Ministero dell'Ambiente chiede spiegazioni

Dopo le denunce del Wwf il Ministero scrive una lettera alle autorità regionali chiedendo spiegazioni. Segnalate inadempienze sulla comunicazione e sulla registrazione di aree protette attorno alle aree di captazione

Dopo le denunce del Wwf il Ministero dell'Ambiente interviene sul degrado del Fiume Trigno con una lettera alle autorità regionali.

Dalla lettera emergono gravi inadempienze da parte degli enti regionali preposti nelle procedure relative alla potabilizzazione in quanto mancherebbero comunicazioni previste dalla legge e la registrazione di aree protette secondo quanto previsto dalla Direttiva comunitaria 60/2000 ”Acque” attorno ai punti di monitoraggio nei tratti interessati dalle captazioni degli impianti di potabilizzazione.Il Ministero chiede anche lumi alla Rregione sulla richiesta di deroga per quanto riguarda la qualità delle acque.

“Quello che sta accadendo sul Trigno" commenta  Augusto De Sanctis, referente acque Wwf Abruzzo "è indicativo della totale incapacità delle strutture regionali di affrontare con la dovuta attenzione lo stato di degrado dei nostri fiumi. In questo caso la gravità della situazione è esacerbata dalla presenza di captazioni per uso idropotabile per le quali, secondo la nota ministeriale, non risulterebbero state attuate misure di tutela e prevenzione previste dalla Direttiva comunitaria 60/2000. Si tratta di fatti estremamente gravi perché riguarda decine di migliaia di cittadini".

Il Wwf girerà la nota alle procure competenti ma intanto chiede a comuni, Asl, Regione Abruzzo e Arta un'immediata “operazione trasparenza” con la pubblicazione di tutti gli atti relativi al fiume Trigno sui rispettivi siti web.

“Nonostante le nostre circostanziate denunce finora tutto pare continuare senza un cambio di rotta deciso. Da quanto ne sappiamo le azioni di monitoraggio volte alla classificazione del fiume Trigno ai fini idropotabili per la potabilizzazione sono state riattivate ma senza alcuna forma di partecipazione e trasparenza - aggiunge Ines Palena, presidente del Wwf Zona Frentana e Costa teatina - Questo atteggiamento deve essere stigmatizzato perché gli enti devono operare a servizio del cittadino e non viceversa, visto che gli utenti pagano l'acqua sempre più cara ed è loro diritto conoscerne provenienza e qualità”.

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