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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

L'agnello venduto non era abruzzese ma proveniva dall'Ungheria: sanzionato centro di distribuzione

I militari del gruppo forestale di Chieti hanno approfondito i controlli nei confronti di un centro di distribuzione operante in provincia, dopo aver rinvenuto in vendita, sul sito aziendale, confezioni sotto vuoto di carne di agnello, con indicazioni che enfatizzavano esclusivamente la macellazione locale, senza riportare l’origine dell’ovino

I controlli del carabinieri della tutela forestale e dei parchi sull’origine della carne d’agnello, un piatto che invade le tavole abruzzesi nel periodo di Pasqua, hanno portato all’elevazione una sanzione amministrativa di 4.000,00 euro nei confronti di un centro di distribuzione carni operante in provincia di Chieti.

I militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale del Gruppo carabinieri forestale di Chieti, nell’ambito di una mirata campagna di controllo sulla vendita a distanza della carne di agnello in vista del periodo pasquale, hanno rinvenuto in vendita, su un sito aziendale, confezioni sotto vuoto di agnello, con indicazioni che enfatizzavano esclusivamente la macellazione locale, senza riportare l’origine dell’ovino.

Poiché ad una lavorazione presso una azienda abruzzese non necessariamente corrisponde l’origine nazionale dell’agnello, come potrebbe intendere il consumatore, i militari si sono immediatamente recati in ditta al fine di verificare la provenienza della carne. Esaminata la documentazione sulla tracciabilità alimentare, il Nucleo investigativo ha accertato che l’agnello oggetto di vendita online arrivava dall’Ungheria.

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“In base al regolamento di esecuzione UE n. 1337/2013, per la specie ovina e caprina è obbligatorio indicare il nome dello Stato membro  - ricordano dal gruppo forestale - o del paese terzo in cui si è svolto l’ultimo periodo di allevamento di almeno sei mesi, o, nel caso in cui l’animale abbattuto sia di età inferiore a sei mesi, dello Stato membro o del paese terzo in cui ha avuto luogo l’intero periodo di allevamento. In caso di vendita a distanza, le informazioni relative all’origine dell’alimento ed alle altre indicazioni obbligatorie, devono essere disponibili prima della conclusione dell’acquisto, al fine di consentire una scelta consapevole del consumatore”.
 

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