rotate-mobile
Cronaca Torino di Sangro

Ente parco e Cantina Frentana per salvare la vite selvatica

Sarà ufficializzato a settembre il protocollo d'intesa per salvaguardare gli ultimi esemplari presenti in Abruzzo della pianta, scoperti dal botanico Aurelio Manzi nella riserva regionale Lecceta di Torino di Sangro

Un patto fra l’ente parco nazionale della Majella e la Cantina frentana di Rocca San Giovanni per salvare gli ultimi esemplari presenti in Abruzzo di vite selvatica (Vitis vinifera subsp. Sylvestrys), diventata rarissima in tutto il territorio nazionale.

Una delle ultime popolazioni di vite selvatica, infatti, è stata individuata dal botanico Aurelio Manzi nella riserva regionale Lecceta di Torino di Sangro, la stessa che nelle ultime settimane è salita agli onori della cronaca per atti vandalici e furti. Diffusissima nel Medioevo lungo la fascia costiera e nelle conche interne, la vite selvatica era nota come uva rustica o lambrusca. Con il tempo, data la rarefazione dei boschi ripariali e planiziali, è andata via via scomparendo.

La scoperta ha interessato subito l’ente parco, che porta avanti un’azione di tutela delle risorse genetiche sia sulle specie spontanee, comprese quelle forestali, che quelle coltivate di interesse agroalimentare e ornamentale. Nel contempo la Cantina frentana ha dimostrato interesse ad una ricerca di tipo agronomico per il recupero di antiche varietà, che in genere si adattano meglio al clima e hanno una maggiore resistenza alle malattie. L’ente parco e la Cantina stanno formalizzando un protocollo d’intesa per il recupero della vite selvatica, che sarà ufficializzato a settembre.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ente parco e Cantina Frentana per salvare la vite selvatica

ChietiToday è in caricamento