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Salute

Sanità: l’Abruzzo tra le regioni del Sud è l’unica che si colloca sopra la media nazionale

Tutte le regioni del Sud tranne l'Abruzzo si collocano al di sotto della media nazionale

È stato illustrata la nona edizione del Meridiano Sanità Regional Index, strumento di valutazione multidimensionale delle performance dei sistemi sanitari regionali, che analizza caratteristiche, tendenze e dati sanitari di tutte le regioni italiane non dimenticando gli altri determinanti che impattano sulla salute dei cittadini,  dal contesto socio-economico, ai fattori ambientali fino ai comportamenti individuali dei cittadini, in occasione della presentazione del diciottesimo Rapporto “Meridiano Sanità”, The European House.

L’Indice regionale è composto da 3 diversi indici, per un totale di 35 parametri monitorati: l’indice dello stato di salute che valuta i risultati in termini di salute che le Regioni hanno fino ad oggi garantito ai propri cittadini; l’indice dei determinanti della salute, che valuta gli elementi che hanno un impatto concreto sullo stato di salute della popolazione, suddiviso in 3 diverse aree quali i “Fattori individuali”, i “Fattori del contesto socio-economico” e i “Fattori del contesto ambientale”; l’indice di mantenimento dello stato di salute, che valuta le capacità dei sistemi sanitari di migliorare nel prossimo futuro i risultati di salute raggiunti finora, suddiviso in “Capacità di risposta ai bisogni di salute”, “Efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria” e le “Risorse economiche”.

Le Province Autonome di Bolzano e Trento si confermano in testa con i valori più alti per l’indice dello stato di salute. Seguono Toscana, Veneto e Lombardia. Le Regioni del Sud, ad esclusione dell’Abruzzo che ha visto un netto miglioramento (+5 posizioni) rispetto all’indice 2022, presentano invece valori più bassi della media nazionale.

Considerando la capacità del sistema regionale di organizzarsi per fronteggiare le sfide della prevenzione (sia vaccinale che di screening), della gestione dei pazienti sul territorio e dell’accesso all’innovazione tecnologica e farmacologica, rispetto allo scorso anno l’Umbria sorpassa in testa l’Emilia-Romagna mentre segue al terzo posto, come nell’anno precedente, la regione Toscana. Tutte le regioni del Sud tranne l'Abruzzo si collocano al di sotto della media nazionale.

Nel Regional Index vengono analizzati i fattori comportamentali individuali che mettono a rischio la salute dei cittadini italiani. Una analisi complessiva di tutti i fattori mostra che i bambini e gli adolescenti della P.A. di Bolzano e gli adulti della P.A. di Trento sono sottoposti a meno rischi per la salute. Al contrario i bambini e gli adolescenti più a rischio si trovano in Molise mentre gli adulti più a rischio vivono in Basilicata.

Con riferimento ai fattori di rischio di bambini ed adolescenti, fasce fragili della popolazione in cui esiste il rischio concreto di sviluppare comportamenti che possono mettere a repentaglio non solo la loro salute in quel momento ma anche quella futura, la P.A. di Bolzano presenta la più bassa percentuale di sedentari: solo il 7,5% dei bambini e adolescenti tra i 3 e i 17 anni non pratica alcun tipo di attività sportiva (all’opposto si trova la Puglia con una percentuale pari al 29,6%). La P.A. di Bolzano (con anche la Valle d’Aosta), inoltre, è la Regione con il minor numero di ragazzi tra i 15 e 24 anni che fumano (11,2%), in calo di ben 7,8 p.p rispetto al 2019 (vs. Molise, con un aumento di 5,6 p.p. rispetto al 2019, è la Regione con il maggior numero di ragazzi fumatori d’Italia) e al di sotto delle media italiana del 17%.

Per quanto riguarda l’uso di alcol a rischio, nella P.A di Bolzano (e in Basilicata) solo il 10,8% dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni ne fa uso. Contrariamente, la Valle d’Aosta, registra il valore più alto (24,3%). La Valle d’Aosta però è la Regione con la minor prevalenza di minori (6-17 anni) in eccesso di peso (12,2% vs. il 27,0% della media nazionale); all’estremo opposto si trova la Campania (37,6%).

Nell’area “Efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria” che valuta l’efficacia delle cure, l’efficienza organizzativa e l’efficienza gestionale e la qualità dell’offerta si confermano ai primi due posti Emilia-Romagna e Toscana e sale al terzo posto la P.A. di Bolzano mentre tutte le Regioni del Sud sono al di sotto della media nazionale.

Quando l’ospedalizzazione non è evitabile allora il sistema sanitario regionale deve riuscire a garantire al paziente un tempo ragionevole di ospedalizzazione, fattore che va a vantaggio sia del paziente che del sistema sanitario in ottica di sostenibilità dello stesso. La durata media della degenza per acuti in regime ordinario è in Italia pari a 7,5 giorni, ma varia da 8,7 giorni in Valle d’Aosta a 6,5 giorni nella P.A. di Bolzano. Per quanto riguarda la degenza preoperatoria, sia la P.A. di Bolzano che la Toscana hanno registrato i periodi di degenza più brevi, mentre la Basilicata ha avuto la durata più lunga con 2,6 giorni.

Il quadro di sintesi relativo all’Indice di Mantenimento dello stato di salute mostra Emilia-Romagna, e Toscana, come nelle analisi del 2022, tra le Regioni più virtuose, mentre negli ultimi posti si posizionano le Regioni del Sud. In generale, anche per quest’area si riscontra una forte eterogeneità tra il Nord e il Sud del Paese. Nei 3 indici analizzati (“Capacità di risposta ai bisogni di salute”, “Efficacia, Efficienza e Appropriatezza” e “Risorse economiche”) si può vedere una coincidenza dell’andamento delle Regioni del Nord e del Centro, anche se il Centro performa meglio in termini di “Capacità di risposta ai bisogni di salute”. Il Sud Italia rimane distanziato in tutti gli indici ma si può notare una miglior performance in considerazione dell’indice “Risorse Economiche”.

L’area “Risorse economiche” è quella per la quale si registra la minima variabilità a livello regionale; tutto il Paese presenta livelli di spesa sanitaria nettamente inferiori ai principali Paesi competitor; in questo ambito come nel 2022 è l’Emilia-Romagna, a presentare la maggior propensione a investire nel comparto sanità per far fronte ai bisogni di salute. Al secondo posto l’Umbria, seguita dalla Lombardia.              

Considerata l’importanza dei vaccini come strumenti di prevenzione, nella stagione vaccinale 2022-2023, la vaccinazione anti-influenzale prevista per gli over-64, in Italia ha raggiunto un tasso di copertura del 56,7%. Si tratta di un valore ancora molto lontano dall’obiettivo minimo del 75% e da quello ottimale del 95% che non vede grandi differenze tra le regioni, nessuna delle quali ha raggiunto gli obiettivi minimi. Tutte le Regioni del Nord Italia, eccezion fatta per l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia, si collocano al di sotto della media nazionale mentre alcune regioni del Sud come Puglia, Sicilia, Calabria e Basilicata sono al di sopra della media nazionale.

Il Meridiano Sanità Regional Index evidenzia che mettendo in relazione le performance dei sistemi sanitari regionali per gli Indici dei “Determinanti dello stato di salute” ( fattori individuali, fattori del contesto socio-economico e fattori del contesto ambientale) e del “Mantenimento dello stato di salute” (capacità di risposta del sistema sanitario ai bisogni di salute, l’efficienza, efficacia e appropriatezza dell’offerta sanitaria e le risorse economiche investite in sanità) emerge una relazione positiva tra le due grandezze. Infatti, le regioni che ottengono i punteggi migliori in queste aree sono anche quelle caratterizzate dal migliore “Stato di salute della popolazione”. Questa relazione mette in evidenza come, purtroppo, il divario tra Nord-Centro e Sud continui a essere significativo e come mancati interventi su questi ambiti porteranno a un aumento dei divari tra le aree del Paese.

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