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Sabato, 27 Aprile 2024
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Artrosi del ginocchio, l'università d'Annunzio nel team che studia la nuova terapia digitale

Un sistema basato su software guidati dall'intelligenza artificiale, basati sull'evidenza scientifica ottenuta attraverso una sperimentazione clinica rigorosa, con lo scopo di prevenire o di trattare una patologia

C'è anche l'università d'Annunzio di Chieti nel team che studia una terapia digitale per trattare l'artrosi al ginocchio. Un sistema basato su software guidati dall'intelligenza artificiale, basati sull'evidenza scientifica ottenuta attraverso una sperimentazione clinica rigorosa, con lo scopo di prevenire o di trattare una patologia.

Lo ha spiegato all'agenzia Adnkronos Andrea Bernetti, professore ordinario di Medicina fisica e riabilitativa del corso di laurea MedTec, percorso formativo in Medicina e Chirurgia a forte vocazione tecnologica e bio-ingegneristica, dell'università del Salento (Lecce), che coordina un progetto di ricerca nell'ambito dei Progetti di rilevante interesse nazionale (Prin), che ha come scopo lo sviluppo di una terapia digitale per il trattamento multimodale dell'artrosi del ginocchio. Fra i partner, oltre alla d'Annunzio, ci sono l'università Campus Bio-Medico di Roma e l'università degli studi dell'Aquila.

"Lo sviluppo di questa applicazione - spiega all'Adnkronos Bernetti - rappresenterebbe la prima tipologia di terapia digitale per il trattamento dell'artrosi di ginocchio in Italia e in Europa. Il progetto, chiamato 'Sydidoa' o 'Symptomatic Digital Drugs for Osteoarthritis', è iniziato alla fine del 2023 e la sua durata sarà di 24 mesi. L'obiettivo è quello di creare un supporto digitale per il clinico e il paziente affetto da artrosi di ginocchio, che permetta di ridurre il dolore e migliorare la funzione attraverso la sinergia con i trattamenti convenzionali".

In pratica, "l'applicazione funziona attraverso un sistema di riconoscimento video dei movimenti eseguiti dal paziente (video motion track) durante l'esecuzione di alcuni esercizi prescritti dal medico. Il paziente esegue l'esercizio mostrato da un video sullo schermo e, in tempo reale, la telecamera del dispositivo riconosce se il paziente lo stia eseguendo bene o meno, avvisandolo in caso di errore - sottolinea Bernetti - Questo sistema in riabilitazione si può anche definire 'bio-feedback', la differenza è che sarà tutto gestito da una App specifica e la cui efficacia dovrà essere dimostrata da uno studio clinico. Una vera e propria terapia digitale".

"L'artrosi rappresenta la principale causa di disabilità nel mondo occidentale e la principale causa di giorni vissuti con disabilità nella popolazione europea - ricorda Bernetti che è anche vice presidente della Società italiana di Medicina fisica e riabilitativa - Questa tendenza è in costante crescita anche in considerazione dell'invecchiamento della popolazione. Le opportunità presentate dalle tecnologie digitali nell'ambito medico e dell'assistenza sanitaria stanno ricevendo un'attenzione incredibile sia dalle autorità regolatorie che dal mondo clinico e scientifico".

"Inoltre, la pandemia da Covid-19 ha enormemente amplificato e accelerato l'uso di queste tecnologie rivoluzionarie. Da questo punto di vista, per molte patologie - aggiunge - in particolare quelle degenerative croniche, si stanno cercando soluzioni tecnologiche avanzate per la diagnosi, il trattamento e la riabilitazione. In particolare, considerando il mondo dell'e-health, una delle linee di sviluppo più interessanti al momento è rappresentata dalle terapie digitali".

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