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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Sos liste d'attesa, l'associazione Salute diritto fondamentale: "Soluzione riciclata per migliorare un servizio cup ad oggi fallimentare"

La sezione abruzzese dell'associazione interviene in merito alla nuova misura introdotta dalla Regione Abruzzo per ridurre le liste d'attesa

Nei giorni scorsi è stata annunciata dall’Assessorato regionale alla Sanità l’attivazione di una nuova procedura tesa a prendere in carico, a livello aziendale, le richieste di visite e di esami strumentali che non riescono, recandosi presso gli sportelli Cup, ad avere prenotazioni entro le tempistiche previste dalle classe di priorità, in particolare 10 giorni per la priorità B e 30 giorni per visita e 60 giorni per esami strumentali per la priorità D.

Sulla nuova procedura introdotta dalla Regione interviene la sezione abruzzese dell'associazione Salute diritto fondamentale, evidenziandone i limiti. Secondo il presidente Walter Palumbo tale procedura “obbligherebbe il cittadino, una volta impossibilitato a prenotare una prestazione, a rivolgersi a un numero telefonico o a inviare una mail dedicata a operatori che dovrebbero prendere in carico le richieste non evase per poi richiamare direttamente il cittadino appena sorta una disponibilità nel calendario degli appuntamenti. La stessa - prosegue il medico di Chieti -  sembrerebbe assegnare all’operatore, di cui non è consentito conoscere la qualifica professionale (per caso medico, infermiere o altro?), la responsabilità di valutare l’appropriatezza delle richieste. In attesa della attivazione di questa nuova procedura accade che ultimamente gli operatori dei cup aziendali 'consigliano' a coloro che non riescono a prenotare di ripassare ogni giorno al cup per avere l'opportunità di prenotare. Una nuova procedura del tutto simile alla procedura, denominata Sovracup, dimostratasi ad oggi un fallimento".

Per l'associazione Salute diritto fondamentale non è questa la strada. "Bisogna, vista la carenza di operatori sanitari - suggerisce Palumbo - e in attesa che se ne formino altri, richiamare in servizio a progetto gli operatori dipendenti andati in pensione come prevedono alcuni provvedimenti governativi ultimamente assunti per aumentare l’offerta delle prestazioni negli ospedali e nelle strutture sanitarie del territorio. Operatori sanitari che fino a oggi possono lavorare nelle strutture private accreditate a cui il governo nazionale, nel frattempo, ha aumentato il budget nei prossimi tre anni per risolvere le liste di attesa".

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