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Rapporto “Io Sono Cultura” di Fondazione Symbola e Unioncamere: Chieti ultima tra le province abruzzesi

A tre anni dallo scoppio della pandemia e oggi in fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana

È stato presentato il 13esimo rapporto “Io sono cultura” di Fondazione Symbola e Unioncamere analizza l’andamento del sistema produttivo culturale e creativo in Italia, verificando i dati per ogni singola regione e provincia.

L’analisi è stata realizzata in collaborazione con Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, insieme a Istituto per il Credito Sportivo, la Fondazione Fitzcarraldo e Fornasetti con il patrocinio del Ministero della Cultura.

A tre anni dallo scoppio della pandemia e oggi in fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza. Anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven.

I numeri in Abruzzo

In Abruzzo il sistema produttivo culturale e creativo ha prodotto lo scorso anno 1,2 miliardi di valore aggiunto, pari a un +3,9% del valore aggiunto dell’intera economia regionale.

Il dato è perfettamente in linea con la media dell’area del Sud Italia ma è sotto la media italiana (5,6%).

Una ricchezza generata dall’impiego di oltre 23 mila persone, il 4,4% dei posti di lavoro complessivi della regione, percentuale in questo caso più elevata rispetto alla macro-ripartizione di appartenenza (Mezzogiorno 4,2%), ma pur sempre inferiore al dato Italia (5,8%). Questi valori collocano l’Abruzzo al terzo posto tra le regioni meridionali, dopo Campania e Molise, per incidenza della filiera sul totale economia sia in termini di valore aggiunto che di occupazione.

La componente Creative Driven gioca un ruolo chiave in Abruzzo, con 675 milioni di valore aggiunto, il 55,2% della ricchezza legata alla cultura (il 44,8% in Italia), e quasi 12 mila occupati, pari al 50,7% del totale (il 42,9% in Italia). Per quanto riguarda le attività core, invece, sono centrali editoria e stampa e architettura e design, che insieme racchiudono il 22,7% del valore aggiunto (rispettivamente, il 13,2% ed il 9,6%) ed il 24,4% degli occupati (rispettivamente, il 13,1% e l’11,3%) del Sistema Produttivo Culturale e Creativo della regione. Seguono, con quote superiori al 5% videogiochi e software e performing arts e arti visive.

Tra le province abruzzesi, Chieti, purtroppo, è quella che consegna i numeri peggiori. Vanta il 3,6% di valore aggiunto ed il 4,1% di occupazione.

Al primo posto troviamo invece Pescara, la filiera genera il 4,4% del valore aggiunto provinciale ed impiega il 5% degli occupati, collocandosi, rispettivamente, al 43esimo e 46esimo posto nelle rispettive graduatorie nazionali, ma in quinta posizione se si restringe il campo alle sole province meridionali.

Pescara è seguita da L’Aquila, con il 3,9% per valore aggiunto ed il 4,4% per occupazione, e Teramo, con il 3,7% di valore aggiunto ed il 4,2% di occupazione.

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