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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Progetto Mirò: il no della Stazione ornitologica abruzzese al nuovo centro commerciale in 10 punti

L'associazione ha depositato entro il termine di sabato scorso le osservazioni contrarie al progetto di nuovi edifici commerciali

La Stazione Ornitologica Abruzzese ha depositato entro il termine di sabato scorso le osservazioni contrarie al progetto di nuovi edifici commerciali "Mirò" proposto dalla Sile Costruzioni nell'ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale "a sanatoria" e postuma chiesta dalla ditta.

L'intervento è stato autorizzato in parte e la società ha attivato la procedura di Valutazione di impatto ambientale "sanatoria", procedura introdotta nell'ordinamento nazionale nel 2017. 

"Ricordiamo però - evidenzia la Stazione ornitologica abruzzese - che l'attivazione della procedura non vuol dire che automaticamente il Comitato Via debba poi accoglierla, perché si può tranquillamente arrivare ad un giudizio negativo".

Sono dieci i motivi di opposizione dell'associazione ambientalista. In primo luogo, per la Soa la Via in sanatoria non può essere concessa per interventi per i quali vi sia stato già un giudizio negativo da parte del Comitato Via, come nel caso in questione. Inoltre, la Corte di Giustizia europea ha stabilito che il ricorso alla Via postuma deve essere un fatto del tutto eccezionale e in questo caso non ricorrono le condizioni di straordinarietà. 

Le osservazioni sottolineano anche che "il progetto non tiene in debito conto per la valutazione degli impatti del cosiddetto effetto cumulo con il vicino complesso Megalò di cui, peraltro, si chiede al Comitato se a suo tempo sia stato assoggettato o meno a Via". Inoltre, evidenziano che "la Val Pescara è una zona di risanamento per la qualità dell'aria per cui ogni ulteriore aggravio delle emissioni, causate dal traffico (con migliaia di movimenti al giorno) e dagli apparati degli edifici (riscaldamento ecc.), non è accettabile". 

Sotto accusa anche il rischio idraulico, per cui i proponenti hanno realizzato arginature che renderebbero il sito non più a rischio. "Peccato - controbatte la Soa - che ciò comporta con ogni probabilità un aggravio del rischio a valle, in quanto le acque non possono più sfogarsi in quella che un tempo era un'area di naturale esondazione. Inoltre, le stesse opere di arginatura dovrebbero essere a loro volta ricomprese nella procedura valutativa, seppur se realizzate (visto che si tratta di una Via "in sanatoria" e postuma". 

Attenzione anche alla fauna: secondo la Stazione Ornitologica Abruzzese "lo studio è carente di dati specifici del sito prescelto per la realizzazione dell'intervento. Ciò determina l'impossibilità di valutare adeguatamente l'impatto del rumore e dell'inquinamento luminoso sulla fauna in genere e in particolare sugli uccelli, visto che l'asse del fiume Pescara è un corridoio di spostamento per un gran numero di individui appartenenti anche a specie rigorosamente protette". 

Finisce sotto accusa l'uso del suolo: "In Italia - si precisa nelle osservazioni - il 7% del territorio è stato cementificato. L'Ispra, sulla base di questo dato, ritiene che il consumo di suolo sia una vera e propria emergenza per il paese. A Chieti già oggi, dati Ispra, la percentuale è tre volte tanto, il 21,6%. A Cepagatti il doppio, il: 15%! Pertanto non ci si può permettere un mq in più di occupazione del suolo; anzi, bisogna rinaturalizzare". Pesa sull'opposizione al progetto anche la condizione della falda dal punto di vista chimico nel luogo nell'intervento: "La Val Pescara ha diverse situazioni di criticità in questo senso. Pertanto lo studio di impatto è, ad avviso dell'associazione, carente", dice la Soa. 

Non passa in secondo piano la situazione del fiume Pescara che, sottolinea l'associazione, "risente dell'antropizzazione dei territori circostanti tanto che i dati raccolti da Arta evidenziano uno stato di sofferenza. La qualità ambientale del fiume non rispetta gli standard fissati dalla direttive 60/2000/CE "Acque". Di conseguenza non si può appesantire ulteriormente il carico antropico su questo corso d'acqua. La fascia ripariale, ad esempio, è fondamentale per mitigare gli effetti delle immissioni di inquinanti nelle aree circostanti". Sul fronte del vincolo paesaggistico, la Soa esprime dubbi "sul fatto che in passato sia stato rimosso il vincolo paesaggistico, come sostenuto dall'azienda".

Infine, ha un suo peso anche la questione urbanistica: "Complessivamente, le aree della Val Pescara sono già fortemente congestionate, in un susseguirsi quasi continuo e disordinato di industrie, alcune delle quali a rischio di incidente rilevante, centri commerciali, aree residenziali, grandi infrastrutture. Gli stessi parametri ambientali in sofferenza evidenziano che il territorio ha già superato la capacità di carico, essendo stato saturato di manufatti. Pertanto bisogna puntare a riqualificare l'area e non ad appesantirla ulteriormente con ulteriori interventi antropici".

Per queste ragioni la Stazione Ornitologica Abruzzese ha chiesto il rigetto della richiesta di Via in sanatoria della Sile Costruzioni.

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