Anche la Cgil Chieti al corteo per il lavoro: "Dobbiamo aprire vertenze, scioperare, manifestare"
L’8 ottobre la Cgil, a un anno dall'assalto alla sede nazionale di corso d'Italia, ha organizzato a Roma una manifestazione dal titolo: "Italia, Europa, ascoltate il lavoro"
L’8 ottobre la Cgil, ad un anno dall'assalto alla sede nazionale di corso d'Italia, ha organizzato a Roma una manifestazione dal titolo: "Italia, Europa, ascoltate il lavoro".
Il corteo è partito da piazza della Repubblica per giungere in piazza del Popolo, dove ha chiuso i lavori il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Presente una delegazione della Flc Cgil Chieti per portare il proprio contributo e "ribadire la necessità di cambiare i paradigmi dello sviluppo che devono essere declinati con risorse nei settori dell'istruzione, dell'università e della ricerca".
La Cgil, assieme alle associazioni, ai sindacati internazionali ha chiesto all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale. Tra i punti delle rivendicazioni: l’aumento di stipendi e pensioni; l'introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza; il superamento della precarietà; una vera riforma del fisco; garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza; la sicurezza nei luoghi di lavoro; un tetto alle bollette; un piano per l’autonomia energetica fondato sulle fonti rinnovabili; investimenti strutturali nei settori della conoscenza.
Landini ha chiamato anche il sindacato alle sue responsabilità: “Dobbiamo aprire vertenze, scioperare, manifestare”. Una battaglia strategica per il sindacato, che però da solo non ce la può fare: “Lo diciamo alla politica: Torni a rappresentare il lavoro e i bisogni delle persone in carne e ossa”. La Cgil farà la sua parte e non si fermerà. “Noi – ha concluso Landini – questo paese vogliamo cambiarlo, ed è per questo che nelle prossime settimane saremo di nuovo in piazza”.
Si comincia il 22 ottobre con una mobilitazione sulla sicurezza sul lavoro, per proseguire il 29 sulla sanità pubblica.