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Al via le celebrazioni per il centenario della scomparsa di Gennaro Finamore

A Gessopalena l'evento in occasione del centenario della scomparsa di Gennaro Finamore, medico, antropologo ed etnografo abruzzese tra i più conosciuti

In occasione del centenario della scomparsa di Gennaro Finamore, medico, antropologo ed etnografo abruzzese tra i più conosciuti, nato a Gessopalena l'11 agosto 1836 e scomparso a Lanciano il 9 luglio 1923 si svolgeranno alcuni eventi con studiosi e antropologi per approfondire insieme il valore di un personaggio che molto ha contribuito alla storia degli studi folklorici italiani e non solo.

Il comitato organizzatore composto da Nicola Mattoscio (presidente della Fondazione Pescarabruzzo), Filippo Paolini (sindaco di Lanciano), Mario Zulli (sindaco di Gessopalena) e Lia Giancristofaro (direttrice della Rivista Abruzzese e professoressa dell’Università di Chieti-Pescara) promuove infatti una serie di iniziative che si concluderanno l’8 luglio a Pescara e il 9 a Gessopalena dove si terrò una mattina di studi al tema Gennaro Finamore e lo studio delle dinamiche di sviluppo dei territori interni. In questa sessione, il focus sarà rivolto al concetto di localismo, visto l’impoverimento demografico e, di conseguenza, culturale delle aree interne dell’Abruzzo e di tante altre realtà.

L’ingresso alle iniziative è libero fino a esaurimento posti. Sarà possibile seguire i lavori anche in diretta Facebook sulla pagina Fondazione Pescarabruzzo
 

Gennaro Finamore

Nella sua lunga vita produce opere che contribuiranno a fare la storia degli studi folklorici europei. Da medico, osserva gli abitanti delle campagne abruzzesi i quali, nonostante vivano in povertà e in condizioni igienico sanitarie precarie, mantengono un forte legame con le tradizioni, i proverbi, i canti e le credenze popolari. Da qui, Finamore sviluppa un interesse per le tradizioni popolari e il dialetto, che indaga con la metodologia storiografica ed etnografica tipica dell’antropologia culturale. 

Gli studi che Finamore conduce in Abruzzo tra Ottocento e Novecento si intrecciano con la questione dell’unificazione del Paese e delle sue periferie: in maniera molto concreta e all’insegna dell’interdisciplinarità, lo studioso suggerisce piste che meritano di essere esplorate. Dopo aver contribuito a fondare gli studi folklorici italiani, Finamore lascia la professione medica per insegnare al Liceo Ginnasio “Vittorio Emanuele II” di Lanciano, dove diviene preside e sperimenta programmi didattici incentrati sulla cultura nazionale ed europea ma anche sulla conoscenza e sul rispetto delle culture regionali. 

Nel 1880, a Lanciano, con l’editore Rocco Carabba, Finamore pubblica il suo significativoVocabolario dell’uso abruzzese, uno dei primi dizionari dialettali in Italia e nel 1898, sempre con lo stesso editore, pubblica Dialetto e lingua, in cui si pone il problema dell’alfabetizzazione nelle campagne, e decine di altre opere su credenze, usi e costumi abruzzesi, tradizioni popolari, canti e novelle. 

Rivolge la sua attenzione alle popolazioni povere dell’Abruzzo e del Molise, indagandone i costumi, le credenze e i linguaggi con una metodologia storiografica ed etnografica che è alla base delle antropologie culturali contemporanee. Speciale attenzione merita ricordare il suo pamphlet editato nel 1872 e che reca come titolo la significativa espressione Delle condizioni economico-agricole di Gessopalena. Manualetto di agricoltura pratica abruzzese.

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