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Approvato il calendario venatorio, Wwf Abruzzo critico: "Accolte sono in piccola parte le richieste avanzate"

La Regione ha approvato il documento che disciplinerà l’attività di caccia sul nostro territorio per il 2023/24

La giunta regionale ha approvato il calendario venatorio per la stagione 2023-2024, il documento redatto ogni anno dalla Regione Abruzzo che disciplina l’attività di caccia sul nostro territorio. Dal Wwf Abruzzo, che aveva presentato le proprie osservazioni alla bozza in occasione della consulta venatoria, giungono critiche alla versione approvata che, riferisce l'associazione "accoglie soltanto qualche piccola osservazione avanzata e continua a presentare criticità, alcune delle quali si ripropongono ciclicamente". 

Come l'introduzione dell’apertura generale al 1° ottobre, da sempre chiesta dal Wwf Abruzzo: "Sono state eliminate le preaperture di alcune specie quali quaglia e fagiano, ma resta la possibilità di cacciare, seppure con alcune limitazioni, altre specie quali cornacchia grigia, gazza, ghiandaia e merlo. Le pre-aperture possono creare impatti negativi sulla fauna selvatica, anche su quella non cacciabile, in quanto a settembre molte specie sono ancora nella fase di cura della prole. L’apertura unica a ottobre - spiega il Wwf - consentirebbe di ottimizzare la vigilanza venatoria e di ridurre il fenomeno del bracconaggio". 

Stesso discorso per la chiusura che per il Wwf Abruzzo dovrebbe essere fissata al 31 dicembre per tutte le specie di uccelli e che invece per alcune si protrae oltre. "Per la beccaccia - si legge - è fissata al 20 gennaio, anche contro il parere dell’Ispra, che in considerazione della forte pressione venatoria a cui è sottoposta la specie e della maggiore vulnerabilità che la contraddistingue nella seconda metà dell’inverno, suggerisce la chiusura della caccia al 31 dicembre. Per il colombaccio la chiusura è fissata addirittura al 10 febbraio". 

Il Wwf aveva chiesto anche la sospensione della caccia alla coturnice specie per la quale non si registra un miglioramento relativo allo status di conservazione e per l’allodola.  

"La Regione Abruzzo sembra sorda a quanto attiene alla tutela dell’orso marsicano e continua a dimenticare, nonostante il Wwf lo ricordi in ogni occasione, che con la dgt n. 480/2018 è stata istituita l’area contigua del parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Non vengono introdotte nel calendario venatorio le indicazioni e le prescrizioni che questo comporta in base alla legge quadro sulle aree protette (che risale al 1991) come la modifica del carico venatorio e la definizione dei modi e dei tempi di caccia distinti. Indicazioni queste chiaramente riportate anche nel parere Ispra. Il calendario venatorio - aggiunge l'associazione - non rispetta nemmeno quanto chiaramente indicato dal Patom - Piano d’azione sull’orso bruno marsicano (azione B5) che indica, per l’area individuata di presenza della specie, l’utilizzo della tecnica della girata e non quella della caccia in battuta, indipendentemente dal numero di cani utilizzati. Viene accolta, invece, l’indicazione di eliminare l’attività di addestramento cani per tutto il mese di agosto. Nessun accenno nel calendario approvato nemmeno al divieto di caccia nelle aree percorse da incendi, come peraltro ricordato dal Wwf Italia con una specifica nota inviata a tutte le regioni alcune settimane fa, e a quello di abbandono di cartucce". 

“In conclusione – commenta Filomena Ricci, delegata Wwf Abruzzo – il calendario venatorio della Regione Abruzzo negli anni, grazie al grande lavoro fatto dalle associazioni, è sicuramente migliorato, ma continua a presentare evidenti criticità, da sempre sottolineate dal Wwf e alcune delle quale riprese anche nel parere dell’Ispra, che potrebbero essere sicuramente evitate se il governo regionale impostasse finalmente la programmazione faunistica sul rispetto e la conservazione di questo patrimonio comune e non solo per favorire le richieste del mondo venatorio".

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