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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Basket, Di Cosmo: “Istituzioni assenti, cresce l'amarezza”

Dalla serie C alla serie A2, inseguendo con caparbietà e cieca determinazione un sogno

Gianni Di Cosmo, da undici anni alla guida della Pallacanestro Chieti, un uomo solo al comando, capace di rinverdire, grazie al suo oneroso impegno finanziario e lavorativo, gli antichi fasti del basket teatino. Dalla serie C alla serie A2, inseguendo con caparbietà e cieca determinazione un sogno, quello di dare lustro e fama alla città di Chieti attraverso le imprese sportive della sua squadra di pallacanestro.

L'intervista esclusiva realizzata dalla società a meno di tre settimane dall’inizio del campionato, sulla stagione entrante e più in generale sulle prospettive future del della Pallacanestro Chieti.

Ingegner Di Cosmo, all’alba dell’undicesimo campionato della sua presidenza ha ancora lo stesso entusiasmo che aveva agli esordi di questa sua avventura ?

Da una risposta a questa domanda non è semplice. Il mio amore per la pallacanestro è qualcosa di viscerale, ricordo a quei pochi che non lo sanno che prima di diventare presidente sono stato giocatore di questa squadra. Tutta la mia adolescenza e poi ancora la mia giovinezza sono state caratterizzate dalla pallacanestro. Si può dire che mi sia formato come persona e come professionista grazie soprattutto ad esempi che agivano e lavoravano nell’ambiente del basket. La pallacanestro per me è stata e rimane una formidabile palestra formativa. Ancora adesso Ii fatto stesso di stare a contatto con tanti giovani ha in me un potere rigenerativo. Detto questo però confesso una certa stanchezza dovuta soprattutto ad un’amarezza di fondo che negli ultimi anni si fa sentire sempre più forte ?

A che cosa è dovuta questa amarezza ?

Non è certamente dovuta ai risultati sportivi, di cui sono orgogliosissimo. Con il budget a nostra disposizione abbiamo fatto miracoli, riuscendo a competere con squadre che possono assommare investimenti doppi o tripli al nostro. Non tutti si rendono conto a Chieti della portata del campionato che andiamo a giocare. Leggevo in questi giorni che la Fortitudo Bologna ha già chiuso la sua campagna abbonamenti staccando 4.300 tessere e su queste cifre viaggiano anche la Virtus e Treviso, tutte squadre scudettate e che hanno scritto la storia della pallacanestro italiana. A queste si aggiungano altre piazze storiche come quella di Trieste, Udine, Forlì e Verona e i budget pesantissimi di Mantova e Ferrara. Dal punto di vista economico noi siamo come il vaso di coccio di manzoniana memoria costretto a viaggiare in compagnia di vasi di ferro. Eppure di questo sono certo, anche nella prossima stagione reggeremo l’urto, grazie alla nostra capacità d’inventiva, alla nostra competenza e al nostro straordinario entusiasmo. Desidererei, però, che, in primo luogo, le istituzioni locali fossero più attente agli sforzi che andiamo da anni conducendo e che considerassero quanto ben rappresentiamo la nostra città e la nostra regione, portando su tutti i campi il nome di Chieti e dell’Abruzzo.

Questa stanchezza potrebbe precludere ad un addio ?

Fatalmente si! Non posso continuare in eterno a sottrarre tempo e danaro alla mia famiglia, nel disinteresse generale delle istituzioni. Oggi è possibile fare pallacanestro ad alti livelli solo creando sinergie virtuose che partano dal territorio e che vedano proprie le istituzioni come i nodi necessari per tenere insieme la trama economica utile a sostenere le spese. Altre vie non ci sono, questa è l’unica strada praticabile.

L’azionariato popolare diffuso potrebbe rappresentare una strada alternativa per sostenere il club ?

Ipotesi suggestiva ma difficilmente praticabile in un contesto come il nostro. D’altronde non conosco in Italia nessuna realtà societaria governata dai tifosi, che anche dove sono presenti nel pacchetto azionario hanno una partecipazione marginale. Questo non vuol dire che io sia contrario all’azionariato popolare ma solo che ritengo possa essere una soluzione a lungo termine, tutta da verificare e costruire con pazienza. Purtroppo nell’immediato le urgenze sono tante ed è indispensabile dare soluzioni immediate e sempre corredate da praticità.

Eppure i tifosi rappresentano la forza di ogni club, come riuscire a coinvolgerli sempre di più ?

Questo è verissimo, dobbiamo essere sempre più vicini ai tifosi. Oggi ci sono i mezzi per renderli sempre più partecipi alla vita della squadra e della società. La risposta ai nostri aumentati volumi di comunicazione c’è stata ed è quantificabile attraverso i contatti con i nostri social che sono attivissimi e crescenti. Però il riscontro della campagna abbonamenti ci dice al contrario che la risposta di Chieti è ancora troppo tiepida. Dopo la chiusura della vendita degli abbonamenti a prezzo scontato, abbiamo riscontrato un forte rallentamento. Eppure alla luce di quello che di buono sta facendo vedere in questo precampionato la squadra mi sarei aspettato una risposta molto più decisa. Non so che dire. Posso solo fare un appello, invitando tutti a credere maggiormente in noi e a sostenerci tangibilmente. Quest’anno, pur giocando un campionato di altissimo profilo tecnico, sono certo che sapremo coniugare il raggiungimento dei risultati con un gioco altamente spettacolare. I nostri sforzi non bastano, però, abbiamo bisogno per crescere di tanti tifosi entusiasti. Chiediamo solo fiducia.

Una rinnovata fiducia le farebbe passare la stanchezza ?

No, quella rimane, ma sarebbe certo un bel tonico per ripartire a ritmi sostenuti e con la stessa determinazione di sempre. Non poco!

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