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Maradona non c’è più, il ricordo di Franco Zappacosta: "Era l'essenza del calcio"

Il “pibe de oro” era stato anche allo stadio Angelini di Chieti nella stagione 1987/88

Il 25 novembre è la data dell’addio di quello che con ogni probabilità è stato e rimane il più grande calciatore di tutti i tempi. Diego Armando Maradona, “El diez”, “El Pibe de oro” non c’è più se ne è andato nella sua Argentina.

Il Napoli era stato ospite all'Hotel D'Angiò a Chieti nel febbraio 1988 in occasione della partita di campionato contro il Pescara. L'allenamento di rifinitura della formazione partenopea si svolse allo stadio Angelini di Chieti.

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Foto: Maradona allo stadio Angelini di Chieti

Il ricordo di Maradona è affidato al giornalista teatino Franco Zappacosta che in quei mitici anni ’80 era redattore per il quotidiani torinese Tuttosport:

Pelé o Maradona? Non ho mai saputo rispondere. Ma ho visto Maradona in campo e era in assoluto l'essenza vera del calcio. Nell'agosto del 1988 il (grande) Direttore di Tuttosport, Piero Dardanello, mi designò in maniera del tutto inaspettata e gratificante (ero assunto soltanto da un anno) quale inviato sul Napoli in Coppa Uefa. Fu un'avventura doppiamente esaltante: dal punto di vista professionale in generale e in modo particolare per il diretto contatto con Maradona. La serata folle allo stadio Toumbas di Salonicco per la sfida con i greci del Paok (gli ultras bianconeri costrinsero i giornalisti italiani a una lunga permanenza all'interno dell'impianto), il freddo di Lipsia, il bel confronto con il Bordeaux di Vincenzino Scifo, saltati il due match fratricidi con la Juve (appannaggio delle prime firme del giornale), fui testimone della volata conclusiva contro le grandi del calcio tedesco: la semifinale con il Bayern e il trionfo finale con lo Stoccarda. Maradona diede spettacolo in ogni stadio, era all'apice. Ma ricordo non tanto le sue giocate sul campo quanto le interviste, sempre straordinarie e assolutamente interessanti, mai banali, mai concetti scontati, nelle sue dichiarazioni quasi sempre c'era giornalisticamente la bomba. Una manna per noi. Mi sono trovato spesso ad impaginare in Redazione pezzi con interviste a Maradona, era un impegno complicato. La grafica dardanelliana prevedeva per i titoli di apertura (ed era sempre quella la collocazione dei servizi riguardanti Maradona) sommari stralunghi, spesso con altri calciatori non sapevi come riempirli. Con Diego accadeva puntualmente il contrario, erano sempre tante e tutte di estremo interesse le cose che diceva a tal punto che gli infiniti sommari di Dardanello non bastavano e dispiaceva rinunciare a mettere in evidenza qualche frase per incapienza della titolazione.

Poi una simpatico aneddoto:

Il Napoli in quegli anni aveva al seguito il primo degli inviati di Tuttosport, il palermitamo (ma torinese di adozione) Vladimiro Caminiti. Giornalista capace di una prosa di alta qualità, dallo stile immaginifico. Spesso tagliente e persino drastico nei giudizi. Aveva detto che Maradona si era presentato a Italia 90 con qualche chilo di troppo. Un pomeriggio dal balcone dell'albergo nei pressi di Napoli sede del ritiro dell'Argentina si affacciò mussolinianamente e chiamò ad alta voce Caminiti in mezzo al capannello dei cronisti in attesa della canonica conferenza-stampa. A lui rivolto, sollevando la maglietta sulla pancia, gli gridò: "Caminiti dirai ancora che sono grasso?". Era un figurino.

Infine un ricordo del mitico numero 10:

 Una giornata bestiale quel 6 novembre 1990, vigilia di Spartak Mosca-Napoli, ritorno ottavi Coppa Campioni. Tutti ad aspettare Maradona a Capodichino. Ma Diego non arrivò, dormiva dopo la solita notte brava fatta di quali veleni ben sappiamo. A Mosca giunse ore più tardi con un volo privato. La sua passeggiata sulla Piazza Rossa di notte fu uno dei pezzi (crediamo) migliori che Maradona ci abbia fatto scrivere. Grazie Diego anche per questa piccolissima cosa.

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