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Il Meeting del Csi a Chieti

Il Meeting del Csi a Chieti con l'Arcivescovo Bruno Forte e il Presidente Nazionale CSI, Massimo Achini. Ospite d'onore, l'olimpionica Fabrizia D'Ottavio

Papa Francesco incontra le Società Sportive”. Con lo sguardo su questo prossimo appuntamento, previsto a Roma in Piazza San Pietro sabato 7 giugno, in occasione della celebrazione dei 70 anni di CSI, che vede invitate tutte le espressioni di appartenenza di base dei Comitati CSI d’Italia (Società, Oratori, Circoli, Associazioni e Gruppi Sportivi), il Comitato Provinciale di Chieti ha ricevuto la cordiale visita del Presidente Nazionale, Massimo Achini, per un incontro di presentazione del suddetto evento; incontro che si è tenuto a Chieti lo scorso giovedì 27 marzo alle ore 18,00  presso l’Auditorium “Le Crocelle”.

Per la cronaca, il pomeriggio del Presidente Nazionale lo ha visto prima impegnato per un incontro privato con Mons. Bruno Forte, poi, accompagnato dal Presidente Provinciale del Csi Chieti Marco Rosati e dal Vice-presidente vicario, Mimmo Puracchio, ha visitato la sede provinciale del Csi in piazza San Giustino, dove ha incontrato il Consiglio Provinciale per delineare nei dettagli tecnici e logistici alcuni aspetti dell’incontro col Papa. Con l’occasione, Massimo Achini ha potuto verificare il lavoro svolto dal Comitato di Chieti a servizio dello sport e della diocesi, le peculiarità e le difficoltà, e attraverso un semplice e cordiale dialogo ha dato vari spunti di riflessione per far sì che i risultati del Comitato siano ancor più proficui.

            Il momento clou della giornata si è tenuto presso l’Auditorium, dove, davanti ad una assemblea attenta e partecipe, composta da membri del Consiglio e della Presidenza Provinciale, autorità civili della città e rappresentanti delle Società Sportive e degli Oratori della diocesi, e tra cui spiccava la figura della pluri-decorata atleta teatina Fabrizia D’Ottavio, che ha elegantemente affermato la sua attenzione verso il modo in cui il CSI promuove le sue attività, a fare gli onori di casa è stato Padre Bruno Forte; con parole di stima verso la figura amorevole e coinvolgente di Papa Francesco, ha messo in risalto la bellezza e la straordinarietà di incontrarlo in un evento nazionale. Con la sua consueta intelligenza ha letto nell’acronimo CSI tre parole che riassumono la storia e l’impegno dell’Associazione in Italia. C come crisi: Il CSI, nato appena nel secondo dopoguerra, ha conosciuto in essere la situazione drammatica della società italiana e si è prodigata, come le altre espressioni cattoliche del tempo, a risanare il tessuto di relazioni, di cultura e di educazione che il Paese chiedeva. S come speranza: oggi, dopo 70 anni, in tempi e modi diversi, sono ancora forti le sfide che la società ci pone innanzi e il CSI non può non essere interpellato da tali istanze, in particolare guardando alle nuove generazioni con questo sguardo che lascia intravedere una forte dose di fiducia nei giovani. I come Insieme: nello sport c’è sempre una componente relazionale che non lascia spazio alla solitudine, all’autocelebrazione; essere insieme a qualcuno significa partecipare dei momenti brutti delle sconfitte e condividere la gioia dei bei momenti delle vittorie, è questa l’immagine della Chiesa.

            Sulla scia dell’intervento di Padre Bruno, Massimo Achini ha tracciato le motivazioni più forti che spiegano tale evento in tre parole: incontrare, festeggiare, raccontare. Incontrare: il presidente ha ribadito che, dopo l’ultimo incontro nazionale del CSI col Papa, avvenuto nel lontano 1955, è un privilegio avere l’occasione di vedere da vicino una figura che in appena un anno di pontificato ha conquistato la simpatia e il cuore di tutti; un ulteriore motivo per non mancare all’invito del 7 giugno. Festeggiare: il CSI è un’associazione che in tanti anni non ha mai smesso di “mettersi in gioco” per garantire, con gli strumenti che gli sono propri ossia il gioco e la festa, un’attenzione educativa rivolta a uomini, donne, grandi e piccoli; essere a Roma col Papa significa ridire con forza la nostra appartenenza allo sport e alla Chiesa, binomio che non di certo si contraddice, ma che anzi si armonizza.

            Raccontare: il 7 giugno non deve restare l’esperienza, seppure straordinaria, di un solo giorno; è trampolino di lancio per quel “contagio” della fede (citato nella Evangelii Gaudium) che ci rende atleti nella vita forti e gioiosi.

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