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Calcio, la Curva Volpi al Comune: "A Chieti il tifoso non può esistere"

Una delegazione dei gruppi "Muretto laterale" e "Ottantanove mai domi" ha protocollato alla segreteria generale del Comune un documento in cui si chiede alla classe politica locale di vigilare sull'enorme numero di Daspo subiti dalla tifoseria

Nuova iniziativa della Curva Volpi: questa mattina una delegazione della curva ha consegnato a mano un documento al sindaco Di Primio e ad alcuni consiglieri comunali presenti. Nel documento i tifosi esprimono tutto il disappunto dei gruppi ultras su quello che definiscono “uno stato di polizia che c’è a Chieti da qualche mese a questa parte, non in ogni ambito della vita sociale, sia chiaro, ma soltanto all’interno e all’esterno dello stadio Guido Angelini dove è diventato impossibile anche esprimere la propria opinione nei confronti di un giocatore per una prestazione deludente”.

Rivolgendosi agli amministratori cittadini la tifoseria neroverde protesta “per quanto sta accadendo, negli ultimi mesi, la domenica dentro e fuori lo stadio Angelini – e, proseguono - Ne stanno facendo le spese ragazzi e signori che, badate bene, non si sono resi protagonisti di nessun incidente ma che hanno pagato solo per la loro passione per la città e la sua squadra di calcio”.

I tanti Daspo, l’ormai famoso acronimo di divieto di accesso in luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive,  subiti quest’anno da tanti sostenitori teatini, sembrano eccessivi a questi ultimi che non si spiegano il perché non basti  “lo stato da 'fortezza inespugnabile' del nostro stadio, tra i più sicuri d’Italia per stessa ammissione dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, e i divieti imposti dalle autorità competenti". E concludono: "A Chieti c’è molto di più. Il tifoso non può esistere, non deve esistere per la logica perversa di qualcuno  e se apre bocca paga a caro prezzo con la propria libertà personale".

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