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Giovedì, 30 Novembre 2023
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Decisione shock: Emanuele Cavallucci appende i guanti al chiodo

Il pugile professionista più vincente della storia di Chieti ha deciso di chiudere la propria carriera agonistica. Una scelta raccontata in esclusiva a Chietitoday.it

Tutte le storie d’amore prima o poi finiscono. É quello che sta succedendo tra Emanuele “il ghigno” Cavallucci e la boxe. Salito sul ring la prima volta il 3 aprile 2006, Emanuele ha deciso di non varcare più le 16 corde. Ben 17 anni di agonismo, di cui 7 da dilettante e 10 da professionista. Nel 2019, il boxeur teatino vince il titolo italiano dei professionisti per KO, primo nella storia di Chieti. Nel 2023, dopo aver affrontato tanti campioni in Europa, vince nettamente per KO anche il titolo IBF del mediterraneo.
In totale, 64 incontri da dilettante vinti 40, 23 incontri da professionista vinti 15. Come dice lui “il mio primo amore? La boxe”. Finisce così questa bellissima storia, uscendo dalla porta principale, il campione del mediterraneo ed ex campione d’Italia, dopo 17 anni. Attaccato alla sua terra e alla sua città, il teatino Cavallucci lascia un po’ tutti sorpresi.
Il pugile racconta in esclusiva a Chietitoday.it le ragioni della sua scelta: “Sono arrivato ad un livello altissimo e purtroppo per restarci non dovrei lavorare, ma fare solo il pugile. In Italia, e in Abruzzo, non é possibile. A questi livelli, rischierei di farmi davvero male in ogni incontro. Ho preso tutto ciò che potevo prendere, ho vinto due cinture che a Chieti non si sono mai avvicinate, posso lasciare in massima serenità”.
Cos'è stata la boxe per Cavallucci? “Mi ha salvato la vita, in più occasioni, da ragazzino e anche da uomo. Grazie alla boxe ho scalato la società: nato e cresciuto nelle case popolari, ora posso parlare e andare a pranzo con chiunque, sono uno dei pochi che grazie allo sport, a Chieti, ce l’ha fatta”.
Tempo di ringraziamenti. "In primis, grazie a mio fratello, Luigi Baronetti: mi ha avviato lui al pugilato, avevo 17 anni, ed è stato sempre al mio fianco. Al mio coach, Davide Di Meo, che mi ha plasmato e ha tirato fuori da me il meglio, raggiungendo traguardi irripetibili. Tutti, ma proprio tutti, quelli che hanno contribuito alla mia carriera e alle mie vittorie”.
Il futuro di Cavallucci? “Sicuramente voglio trasmettere i valori dello sport a più persone possibili, voglio dare ai ragazzi che crescono in situazioni non serene la possibilità di allenarsi e di sognare. Si è capito che vorrei insegnare pugilato, ma non è una cosa imminente. Quel momento, però, arriverà. La burocrazia per riuscirci è molto lunga”.
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