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Il maestro teatino Davide Di Meo nella storia della boxe

Ha guidato due diversi atleti (Cavallucci e Ramundo) alla conquista di 3 titoli (2 italiani e 1 internazionale) in due categorie di peso differenti

Il pugilato abruzzese sugli scudi da qualche anno, grazie al talento di tanti atleti che hanno onorato la noble art con combattimenti importanti e con successi di prestigio. Il filo conduttore però di vittorie storiche è...nell'angolo: l'allenatore.


Dopo il trionfo qualche anno fa (2019) guidando "Il Ghigno" Emanuele Cavallucci del quartiere Tricalle alla conquista del titolo italiano dei pesi welter e poi ad aprile 2023 alla vittoria del titolo IBF del Mediterraneo (stessa categoria), il maestro teatino Davide Di Meo, uno dei tecnici più qualificati dell'intera boxe nazionale, è riuscito nell’impresa di conquistare un’altra corona tricolore grazie ad un altro straordinario atleta nostrano. E' storia solo di qualche giorno fa, che ChietiToday vi ha raccontato. 

Quest'ultima grande impresa è riuscita a Roma guidando alla perfezione il pugile vastese Stefano "Turbo" Ramundo, peraltro in trasferta e contro un avversario molto quotato come Daniel "Corbra" Spada (ai punti per 97-94, 97-93, 98-92) in 10 riprese, alla conquista della corona dei Superleggeri


Davide Di Meo è entrato così di diritto nella storia del pugilato professionistico italiano: due pugili campioni d’Italia in due categorie diverse (come detto welter e superleggeri) più un alloro internazionale rappresentano un’impresa che resterà negli annali di questo sport. Ma non finisce qua, perchè questo record potrebbe essere a breve migliorato

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