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Vino novello, castagne e "cornuti": le tradizioni di San Martino

L'11 novembre è da sempre il giorno dedicato a celebrare il vino novello prodotto in abbondanza e chi abbia subito partner "fedifraghi". Conoscete le radici di queste usanze?

In Abruzzo, terra di ottima produzione di vino e dalla salta tradizione contadina, l’appuntamento con il giorno di San Martino di Tours, l’11 novembre, è profondamente radicato nelle tradizioni familiari.

Martino, così chiamato in onore di Marte, dio della guerra, nacque nell’attuale Ungheria, ma ben presto si trasferì a Pavia con la famiglia e, una volta cresciuto, seguì le orme paterne diventando un guerriero. La tradizione vuole che, proprio mentre era impegnato in una missione, incontrò un mendicante per strada; così, senza pensarci troppo, sguainò la spada per tagliare il suo mantello a metà e offrirne una parte al povero affinché si coprisse. All’improvviso iniziò a splendere alto il sole, aumentando le temperature, come se fosse estate. Ecco perché, ancora oggi, quando i giorni intorno alla metà del mese di novembre registrano alte temperature, si parla di “Estate di San Martino”

Ma come, nel tempo, San Martino è diventato la “festa dei cornuti” e il giorno dedicato al vino novello? I contadini abruzzesi finivano il loro anno di lavoro proprio l’11 novembre, giorno in cui scadevano i contratti agrari che, in caso di mancato rinnovo, costringevano a cercare una nuova occupazione e un nuovo alloggio. In attesa del cambiamento, però, si celebrava con una grande festa, in cui si banchettava con la carne, soprattutto di maiale, e il vino nuovo, le cui botti venivano aperte per l’occasione. Non mancavano le castagne, frutto tipico di questo periodo. 

I riti legati al culto di San Martino sono numerosissimi in tutta Italia e anche in Abruzzo, ma ricordiamo che quest'anno le diverse manifestazioni non saranno organizzate per via dell'emergenza coronavirus.

 Ad Atessa l'11 è il giorno della “processione delle ‘ndorce”, ossia torce di cera vergine d’api, caratterizzata da gesti propiziatori fatti con le pietre, prelevate dai campi per curare le coliche, oppure da riti di strofinamento sulle rocce. Inoltre tradizione vuole che, per invocare le piogge, i contadini si dedicassero a una processione propiziatoria per invocare San Martino fino a Fara San Martino, dove veniva conservata una statua che, secondo la tradizione, rotolò da San Salvatore a Majella. 

Nel pescarese, a San Valentino in Abruzzo Citeriore, nota è la processione dei “cornuti”, che ha origine dal Medioevo, quando, proprio in questo periodo dell’anno, si svolgevano le fiere di animali con le corna. Ai giorni nostri, l’epiteto è rimasto per ricordare chi abbia subito un partner fedifrago.

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