Quel corridoio che salverà il Venerdì Santo a Chieti: decisa la soluzione tecnica che consentirà l'uscita della processione
Quel corridoio che salverà la Processione. Gli indici pandemici inducono all’ottimismo e, nell’attesa del 15 aprile, giorno di Venerdì Santo, è arrivata anche la soluzione tecnica, come dalle prime anticipazioni di ieri, per consentire l’uscita del Corteo Sacro più antico d’Italia dal portale principale della Cattedrale.
Ma partiamo con un messaggio pastorale dell’Arcivescovo metropolita di Chieti Vasto Bruno Forte, per forza di cose solitario ed ‘eroico’ interprete delle ultime due edizioni condizionate dal Covid19, che così saluta il recupero della tradizione del Venerdì Santo: “La processione del ‘Cristo morto’ si svolge da secoli a Chieti accompagnata dallo struggente canto del Miserere musicato da Saverio Selechy, musicista teatino, nel 1767, sulle parole del Salmo 50. Si tratta di un evento di intensa pietà popolare, che invita a meditare sulla sofferenza di Dio per amore degli uomini e fa appello a far compagnia al dolore divino per la salvezza di tutti. La processione testimonia la prossimità dell’amore divino alla nostra quotidianità: e proprio così il canto del Selechy invita noi a fare compagnia al dolore divino, facendoci carico col Figlio del peccato del mondo e invocando per tutti il dono della riconciliazione”.
Padre Bruno tornerà a giorni sull’argomento con un più ampio comunicato. E ora torniamo alle specifiche tecniche del progetto che permetterà al corteo sacro di intersecare in sicurezza, partendo dall’accesso del Duomo, il cantiere di riqualificazione di piazza San Giustino. Accantonata l’idea di una passerella in legno, che avrebbe comportato problemi di stabilità, e delle interessanti “uscite” alternative pur accennate [quella dalla Cripta e quella da Via Arniense], ci si è orientati verso un massetto sulle cui caratteristiche si confronteranno ora la direzione scientifica degli scavi, nella persona del funzionario archeologo della Soprintendenza Apab Chieti-Pescara, Rosanna Tuteri, e la direzione dei lavori di riqualificazione, nella persona del responsabile della sicurezza, Gianfranco Scatigna. Ed è stato proprio l’architetto Scatigna ad illustrare stamani, al sindaco Ferrara, al Governatore dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, Giampiero Perrotti, ed al Segretario dello stesso pio sodalizio, Marco Giannini, le possibili modalità di realizzazione del corridoio che salverà l’edizione 2022 della Processione.
“Si tratta”, dice il progettista, “di una passerella che permetterà il transito di presbiteri, cantori e simboli della Passione dalla base della scalinata della Cattedrale all’imbocco di Via Caio Asinio Pollione, adesso dovremo stabilire, anche in ossequio alle indicazioni che ci perverranno dalla Soprintendenza, se realizzare un massetto armato definitivo che poi potrà essere collegato, grazie alle così dette ‘riprese’, con la rete elettrosaldata della futura pavimentazione della piazza, come da progetto; oppure se posare una guida rimovibile in materiale misto cementato-stabilizzato”. “In ogni caso”, conclude Scatigna, “la larghezza del corridoio che consentirà l’uscita della Processione sarà di circa 6 metri, uno spazio adeguato alle occorrenze della complessa organizzazione del corteo”.
Prevista anche la messa in opera di parte del lastricato in pietra vulcanica della piazza, per l’esattezza una porzione di fascia perimetrale corrispondente in linea di massima all’andamento degli attuali marciapiedi, i quali saranno rimossi. “Questa soluzione”, dice il primo cittadino Diego Ferrara, “oltre ad anticipare la realizzazione di una porzione importante di pavimentazione, consentirà all’Arciconfraternita di organizzare un punto di raccolta dei figuranti delle varie contrade che poi si aggregheranno al corteo sempre all’inizio di Via Pollione”.
La presenza del cantiere di riqualificazione ancora “aperto” non permetterà, invece, la cospicua presenza dei fedeli abituati ad assistere all’uscita del corteo. Presenza che invece dovrebbe poter essere garantita, con i presidi di sicurezza che verranno indicati dalle autorità competenti, negli altri tratti del percorso. C’è soddisfazione in tutti i partner interessati al rilancio della Processione nel format che tanta tradizione, fede e poesia ha sprigionato nel corso dei secoli.
“Ringrazio la direzione dei lavori e l’architetto Scatigna, ovviamente la Curia nella persona dell’Arcivescovo Bruno Forte, l’Arciconfraternita e la Soprintendenza”, aggiunge Ferrara, “per le determinazioni operative a cui si approderà nell’ambito di una stretta collaborazione alla quale il Comune non si è mai sottratto, le misure rappresentatemi non sono soltanto dei doverosi passaggi tecnici ma costituiscono prova della qualificata attenzione ad un evento dalla intera Città percepito come segmento fondamentale della propria storia”.
A commentare nel dettaglio la restituzione alla città della sua antica Processione, ormai patrimonio non solo teatino, sarà a breve, come detto, lo stesso presule Bruno Forte. Ma aver posto i presupposti per una ripartenza che costituirà un segnale di più ampia portata per tutto il tessuto cittadino è certamente un buon inizio. “Siamo soddisfatti”, dice il Governatore dell’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, il giornalista Giampiero Perrotti, “per questa prima pietra di natura tecnica che poi era il presupposto ineludibile per ogni discorso di uscita in sicurezza, e quindi di recupero integrale, della Processione dopo i due tristi anni di pandemia, siamo come sempre a completa disposizione della Curia e della città per l’organizzazione e la cura del corteo, onere ed onore di cui l’Arciconfraternita va ovviamente orgogliosa”.