Scavi in piazza San Giustino: rinvenuto un altro mosaico [Foto]
Si allarga l’area delle presenze pavimentali su Colle Gallo.
Dopo il clamoroso rinvenimento il 20 aprile del mosaico studiato da Vincenzo Zecca nel 1880, un’altra porzione di pavimento della stessa fattura è stata portata alla luce dagli addetti ai lavori impegnati nella verifica dell’area di rispetto delineata a tutela degli ambienti oggetto delle accurate ricognizioni stratigrafiche e strutturali della Soprintendenza. Oggi pomeriggio, presente l’archeologo Serafino Lorenzo Ferreri, è spuntato un segmento rettangolare di mosaico a tessere bicolori in una delle stanze dell’edificio di cui lo stesso Zecca parlava nei suoi studi e che oggi vediamo mutato negli assetti verticali a causa dei livellamenti che la piazza ha ripetutamente subito in varie epoche.
Nessun commento ufficiale per ora da via degli Agostiniani anche perché il ritrovamento è da inquadrare nel contesto scientifico, connesso alla scoperta di una settima fa, già esplicitato con il comunicato diffuso nella serata di martedì scorso. Tuttavia, la nuova scoperta offre lo spunto per altre riflessioni sugli assetti originari del sito poiché collocata in un locus architettonico che van pian piano assumendo dimensioni di tutto rispetto e che necessita di analisi approfondite.
Ad esempio, c’è da risolvere la coesistenza, in quelle che appaiono le perimetrazioni interne ed esterne del complesso, di strutture murarie in laterizio e di strutture in “opus cementicium”. Il che può significare una suddivisione degli spazi con tecniche differenti ma della stessa fase temporale, od anche superfetazioni di epoche successive. Dell’esistenza di mura in opera cementizia quali sostruzioni sottostanti la facciata della Cattedrale parla il professor Gabriele Obletter in “Frammenti Teatini – I tempi del massimo splendore”. Il richiamo sarebbe funzionale anche ad evidenziare la presenza di ipogei di epoca romana che, a partire dal basamento del campanile, si estendevano sulla zona dove poi venne eretto il tempio cristiano, a sua volta inglobante strutture romane [Tempio di Ercole] situate a quota superiore rispetto agli ambienti che oggi si indagano.
Insomma, c’è molto materiale sul quale lavorare in un quadro storico, altimetrico e scientifico già arricchito da altri elementi valutativi quali, da ultimo, l’ipotesi tracciata su questa testata circa le analogie fra la porzione di colonna romana estratta dallo scavo a margine del cisternone ottocentesco ed il fusto di colonna che sorregge, nella Cripta, il busto del Santo Patrono [opera del maestro L. Primavera]. In attesa degli ulteriori sviluppi, sembra che l’amministrazione comunale stia procedendo con le dovute accortezze nei tempi e nella tipologia degli interventi di riqualificazione della piazza. Forse è davvero giunto il momento di interrogarsi sulla coesistenza e compatibilità di concetti differenti, quali tutela, conservazione, valorizzazione e riqualificazione, che dovrebbero però esprimere funzioni e determinazioni sinergiche. Ne è riprova, speriamo, la presenza in cantiere, con cadenza pressoché giornaliera, dell’assessore ai lavori pubblici Stefano Rispoli. Attesa, a breve, l’interdizione al traffico veicolare dell’accesso in piazza San Giustino da via Arcivescovado, onde consentire alla Soprintendenza di estendere i sondaggi di archeologia preventiva alla porzione di Colle Gallo non ancora indagata.