Riqualificazione e archeologia a piazza San Giustino: binomio irrinunciabile
Dopo mesi di incertezze, condite anche da polemiche tra alcuni cultori di storia locale e la Soprintendenza, sembra si voglia finalmente tornare a ragionare su piazza San Giustino per condividere una strategia di progetto legata alla doppia finalità di riqualificare un vitale spazio urbano valorizzandovi nel contempo le sue presenze archeologiche.
Un binomio irrinunciabile, che Comune e Soprintendenza dovranno perseguire, adattando e ampliando tempi e risorse in una reciprocità di azioni e attività per fornire alla città una formidabile occasione di rilancio culturale. La piazza, liberata dalle macchine, con le evidenze archeologiche recuperate rese visibili e godibili, circondata da palazzi di pregio e dominata da una bella e imponente Cattedrale, sarà la nuova “Piazza Grande” sognata dai teatini da almeno cinquant’anni. Una piazza “origine e insieme destinazione” di un meraviglioso itinerario culturale nella città antica.
Un itinerario descritto tempo addietro in numerosi contesti e dibattiti sui tesori cittadini e denominato orograficamente e simbolicamente “Dorsale della Cultura”. Una dorsale di luoghi, di emozioni culturali, di arte e paesaggio, che può appunto arrivare, come partire, da San Giustino, coinvolgendo il turista in una visita guidata di notevole fascino. I musei di Villa Frigerj e della Civitella; l’Anfiteatro e il Teatro Romano uniti agli impareggiabili panorami sulla Majella e sul Gran Sasso; i Templi Romani e la via Tecta; le Terme Romane e il Teatro Marrucino; la Pinacoteca Barbella e S. Francesco al Corso; il futuro Museo di Arte Sacra (quest’ultimo da ubicare, sperabilmente, nello stupendo palazzo, all’uopo recuperato, del Seminario Diocesano con ingresso da via Chiarini).
La preminenza di questa dorsale della cultura va ovviamente assegnata al patrimonio archeologico, su di esso l’intera città deve insistere e avere la capacità di stimolare istituzioni pubbliche e aziende private per promuovere importanti iniziative e risorse finanziarie. A Chieti vi sono numerosi segnali di risveglio civico: tante associazioni, studiosi, cultori della storia dell’antica Teate, amanti dell’arte e custodi delle tradizioni locali, tutti insieme possono essere il valore aggiunto di una grande visione turistica, sociale ed economica della parte alta della città.
Per farlo bisognerà costruire un percorso comunitario maturo e coraggioso rifuggendo dai personalismi e dalla tendenza alla rassegnazione, aprendosi al confronto costruttivo con gli enti pubblici come la Soprintendenza Archeologica; quest’ultima, nonostante il declassamento recentemente subito da regionale a interprovinciale (ennesimo scippo consumato nel silenzio della politica cittadina), anche per la buona gestione della nuova dirigente, appare più disponibile e sensibile ad accogliere proposte e iniziative di valorizzazione del nostro patrimonio archeologico. Unire intelligenze, risorse, energie, appare una strategia obbligata perché la nostra amata città possa tornare meta di interessi e vero “giacimento di cultura e identità”. Associazione culturale Movimento civico Teate