Piazza San Giustino, messe in sicurezza le porzioni di colonne romane: l'intervento della Soprintendenza
Dopo circa due mesi dalle segnalazioni riguardanti lo stato di abbandono di alcuni reperti rivenienti dalla campagna di archeologia preventiva in corso nel cantiere di riqualificazione di piazza San Giustino, la Soprintendenza ha provveduto in mattinata alla rimozione delle porzioni di colonne romane e degli altri manufatti temporaneamente insistenti nell’area di scavo.
Il prezioso materiale è stato trasportato dalle maestranze della ditta appaltatrice, sotto la supervisione del responsabile della sicurezza di cantiere, l’architetto Gianfranco Scatigna, e dell’assistente scientifico della Soprintendenza, Sabatino Letta, nell’attiguo chiostro della sede storica del Municipio. La documentazione fotografica relativa alle fasi dell’intervento testimonia la cura che l’Ente di tutela e la stessa amministrazione comunale hanno riservato alla messa in sicurezza dei reperti, i quali, scartata la soluzione del loro stoccaggio presso l’antiquarium della biblioteca De Meis, che sarà adibito ad altre funzioni, resteranno per così dire “in zona”, nell’attesa di poter disporre degli spazi espositivi da ricavare nei vicini locali di Palazzo Valignani già sede di un esercizio di ristorazione dismesso.
Il “punto informativo” di via Chiarini sarà, in pratica, una dependance museale, munita di adeguati allestimenti e di presidi antintrusione, capace di rendere fruibili alla cittadinanza ed ai flussi di turismo culturale le testimonianze di Colle Gallo, fra cui la ormai famosa testina in marmo nota come “Venere Teatina”, assunta dal Comune quale logo ufficiale della municipalità. Intanto, stanno per riprendere i sondaggi archeologici nella fascia immediatamente antistante gli edifici del lato sud della piazza, unitamente al parziale svuotamento della cisterna romana monumentale rinvenuta davanti la scalinata d’accesso alla cattedrale e di quella “domestica” insistente davanti la sede municipale di palazzo Valignani. Il segnale di attenzione al patrimonio archeologico della città, arriva, per una singolare coincidenza, nel giorno del quattrocentocinquantesimo anniversario della Battaglia di Lepanto del 6-7 ottobre 1571. Tra la flotta veneziana, per numero inferiore a quella turca, si distinse una “galera” [o galea] teatina, sulla quale si imbarcarono, come marinai ed armigeri, 500 volontari provenienti da Chieti e dalla Provincia.
L’episodio marinaresco testimoniante il valore della spedizione dei nostri concittadini e conterranei è ricordato, fra altri autori, da Marino Valentini nel suo “Romanzo Bigotto” [edizioni Il Viandante, 2021]. Ed il vessillo issato sull’albero maestro della nave teatina per certificare quella memorabile vittoria fu uno stendardo recante l’Achille a Cavallo. Uguale alla effigie che dalla sede storica del Municipio, ex residenza dei Valignani, meglio percepita per l’appunto come Palazzo d’Achille, ha salutato oggi il ricovero delle porzioni di colonne romane, nella speranza che quanto prima l’edificio possa essere restituito alla sua missione istituzionale.