In piazza De Laurentiis spuntano le basole romane: i ritrovamenti durante i lavori di riqualificazione
San Giustino batte, Piazza De Laurentiis risponde! Cambia il palcoscenico ma la sostanza rimane. E si chiama Teate Marrucinorum. Con la sua storia e i suoi misteri in parte insoluti, che tornano alla luce, in quantità industriali, come a Colle Gallo, o anche a pillole, come ora nei pressi di piazza Umberto I.
Basole di viabilità pubblica e porzioni murarie ascrivibili ad un contesto urbano coevo, degradanti verso il lato est della Città romana [I-II sec. d.C.], sono tornate alla luce in piazza De Laurentiis, in pieno centro storico, a due passi da corso Marrucino, durante i lavori di riqualificazione dell’area. Quando l’escavatore della ditta appaltatrice, la Coproget srl, ha intercettato grossi blocchi di pietra, poi rivelatesi basole viarie, il direttore dei lavori ha subito contattato la Soprintendenza Abap, intervenuta per i primi rilievi nelle persone del funzionario archeologo Rosanna Tuteri e dell’archeologo Serafino Lorenzo Ferreri.
Il quadro scientifico del rinvenimento è caratterizzato da un piccolo tratto inalterato di strada romana e da basole in assetto anomalo, verosimilmente scalzate da precedenti interventi per la costruzione del sistema fognario. Sulla stessa quota, resti di mura in cubilia a riporto di un manufatto ovale. Il locus principale dei reperti insiste a margine della agorà artificiale che contiene la piccola area di rispetto del pluricentenario cedro, di recente sottoposto ad una “energica” potatura, costituente il simbolo della piazzetta. A margine dello scasso principale sono emerse, nel pomeriggio, altre porzioni murarie, per una estensione lineare di circa 5 metri, apparentemente riferibili a datazione più recente. I rinvenimenti sembrano confermare quanto espresso dalle fonti documentali citate dal professor Gabriele Obletter, in “Frammenti Teatini”, che riporta alcuni studi degli anni '30 di Desiderato Scenna [“Archeologia Teatina”]. Tali fonti accreditano l’esistenza di una “via [di accesso alle vicine Terme] che fu scoperta nel maggio del 1930 quasi all’imbocco della salita del Teatro San Ferdinando [dal 1860 Teatro Marrucino] tra l’angolo sud-est di Palazzo Massangioli, l’angolo nord-est di Palazzo Bassino ed il padiglione aggiunto delle scuole Nolli”. E ancora: “Il tratto venuto alla luce era pavimentato da lastroni colossali e chiuso tra due mura in calcestruzzo estendentesi in direzione est-ovest, dietro il muro si trovò un frammento di pavimento a mosaico a fondo bianco su cui spiccava in nero una sottile fascia a due file di croci, le croci della prima fila erano uncinate, quelle della seconda avevano le quattro estremità terminanti in una specie di Tridente... tutto il complesso”, conclude Scenna, “come al solito fu rinterrato”.
La strada romana in questione, dalla ubicazione e dall’andamento così come descritto dagli storici, potrebbe essere la prosecuzione oppure un diverticolo della via romana insistente sotto il Teatro Marrucino con proiezione nel chiostro di Palazzo Martinetti. E, dunque, se dovesse essere confermata l’analogia storico-realizzativa con i resti di piazza De Laurentiis, ci troveremmo di fronte ad un altro significativo tassello dell’assetto del locus in epoca imperiale. Un luogo, a ridosso del Foro, tra l’altro connotato dal “culto delle acque”, data la presenza di ipogei vicini [quello di piazza Umberto-piazza Valignani] e più distanti, ma comunque in linea d’aria prossimi [le cisterne di alimentazione delle Terme]. L’appalto per la riqualificazione di largo o piazzetta De Laurentiis, aventi a oggetto la nuova lastricatura, il riassetto dell’agorà di cinta al cedro, ed opere superficiali attinenti i sottoservizi, è quantificato in 99mila euro lordi. I ribassi d’asta utili a fronteggiare emergenze in costanza degli interventi, tra le quali eventuali occorrenze di verifiche archeologiche, sono di circa 7mila euro. I ritrovamenti faranno presumibilmente slittare i tempi di riconsegna inizialmente fissati per metà maggio.