La segnalazione di un lettore: "Pescara-Chieti in autobus con Tua, un’avventura"
"Ieri sera (martedì 15 febbraio, ndc) mi è capitato a distanza di anni di prendere un autobus che dalla stazione di Pescara porta a a Chieti alta. Un'avventura". Un lettore segnala alla redazione la sua esperienza.
"Primo problema : individuare la fermata - racconta Infatti trattasi di un punto virtuale di una porzione non trascurabile della grande piazza antistante la stazione. Il punto mi è stato fornito dall’autista di altra linea, diversamente non sarei riuscito ad individuarlo. Secondo problema : la corsa delle 20 è semplicemente saltata. Terzo problema : pagare il biglietto. Biglietteria chiusa. Ho letto dovrebbero esserci da qualche parte dei totem per il pagamento automatico, ma io non ne ho visti. Un ragazzo in attesa mi spiega che i biglietti si fanno anche a bordo ma solo con monete e la macchina non dà resto e 'comunque non ti preoccupare perché non controlla mai nessuno…'".
"Finalmente arriva l’autobus delle 20,30 e salito a bordo mi rendo conto che il biglietto -ad autobus strapieno- lo fanno due ragazze e due signore punto - va avanti il racconto - La maggior parte, venditori extracomunitari da quanto capisco, ma anche molti italiani, se ne guardano bene. Come anticipatomi, nessuno sale per controllare (alle 21). Forse il mio sconcerto viene dalla scarsa conoscenza di una situazione purtroppo ben nota ai pendolari, ma davvero la cosa che non si capisce, visto lo spazio disponibile, è perché a Pescara non siano stati disegnati gli stalli di fermata con i cartelli indicanti le destinazioni, come si fa dappertutto! Ho avuto problemi io che sono nato e cresciuto qui, immaginate un turista italiano o straniero che sia! Una vergogna che certifica la sciatteria con la quale si amministrano le nostre città".