"Un altro negozio storico chiude per sempre. Quando un negozio chiude, un pezzo di via si spegne"
Continuano ad abbassarsi le saracinesche a Chieti: l'ultima, ieri, è stata quella del 'Gran Caffè Arniense' dove i titolari hanno salutato dopo 22 anni di attività.
Andrea Di Ciano ci ha mandato una riflessione su questo drammatico fenomeno che interessa soprattutto il centro storico della città.
"Un altro negozio storico chiude per sempre. Quando un negozio chiude un pezzo di via si spegne! Pensiamoci per tempo e non facciamo tanti bei discorsi postumi. Pensiamoci per tempo e non facciamo tanti bei discorsi postumi. Il rilancio del comparto e, al tempo stesso, una riduzione delle tasse comunali a carico dei proprietari dei locali che accettano un canone concordato dai propri inquilini per supportare la categoria".
Secondo Di Ciano "Sono queste le misure che potrebbero viaggiare in parallelo e che dovrebbero essere alla base di un tavolo istituzionale, se vogliamo vedere riaccendersi le luci di tanti locali oggi sfitti e, al tempo stesso, vogliamo dare un serio contributo alla ripresa del settore terziario dopo due anni di pandemia. Come il resto del Paese, anche la nostra città si trova a fare i conti con una grave crisi economico-commerciale, con decine di attività chiuse al pubblico a causa della pandemia e comunque con l’onere di pagare affitti e stipendi, una crisi che paradossalmente oggi si è ulteriormente aggravata a causa degli aumenti che tutti stiamo subendo sul pagamento delle utenze e che per i commercianti si traducono in centinaia di migliaia di euro da pagare ogni mese, dunque al caro-affitti si è sommato il caro-bolletta. E se per alcuni mesi, sempre a causa della pandemia, il Governo ha stabilito delle regole di supporto al comparto commerciale, compreso il divieto di sfratto per i morosi, è pur vero che già all’indomani del 31 marzo, ovvero alla conclusione dello stato di emergenza nazionale,tanti piccoli proprietari sono tornati alla carica nei confronti dei propri inquilini chiedendo anche aumenti che però, in questo momento storico, sono chiaramente insostenibili per gli esercenti".
"Ovviamente - prosegue Di Ciano - il caro-affitti riguarda tutta la città, ma varia in base ai quartieri e, paradossalmente, anche a singole zone.Nel corso degli ultimi anni ci sono state alcune proposte, ovvero: l'applicazione dell'area no tax per via Toppi e porta Pescara, ma nulla di più".
Un'altra questione da affrontare è il tema delle vetrine dei locali sfitti. "Vetrine sporche che solitamente non rendono una bella immagine, coperte di fogli di giornale, un'idea sarebbe di progettare delle vetrofanie uniformi, con immagini della nostra città, belle e gradevoli da vedersi. Dall’altro lato occorre pensare al possibile intervento della pubblica amministrazione in favore dei proprietari dei locali per incentivarli ad abbassare i canoni di locazione, garantendo loro necessariamente delle agevolazioni fiscali, quindi valutando in modo concreto la possibile riduzione anche simbolica delle aliquote a tutti coloro che accetteranno di affittare il proprio spazio commerciale a un prezzo concordato, ossia calmierato,e si potrebbero esonerare dal pagamento della Tari quei locali che improvvisamente, anche e soprattutto a causa della pandemia, si ritrovano sfitti, in virtù del fatto che a un negozio vuoto corrispondono zero rifiuti. Ora - conclude - è evidente che tale ipotesi risulta di difficile applicazione, ma sicuramente dev’essere il volano per l’apertura di un Tavolo di confronto interistituzionale considerando la rilevanza che il settore del terziario riveste per l’economia cittadina".