"Le strade di Chieti sono una giungla irrisolvibile e un pericolo per tutti": la lettera sfogo di due cittadini
"Il tempo passa e i danni restano". È lo sfogio di Gianluca Masciulli e Giulio Ingannato, autista del trasporto pubblico l'uno ed ex rappresentante d'istituto l'altro, che si rivolgono agli enti competenti e lamentano come le condizioni delle strade comunali e provinciali, "un disagio da ritenersi colabrodo", complichino quotidianamente la vita dei cittadini.
"Nella normale quotidianità - dicono - automobilisti, motociclisti, conducenti di autobus e mezzi pesanti, ciclisti e pedoni, sono chiamati a periodici corsi di aggiornamento gimcana, per far sì che l’utilizzo del mezzo non diventi uno strumento irritante, pericoloso, ma soprattutto anche a salvaguardia delle condizioni di salute del conducente e anche del mezzo stesso. Buche, cunette inesistenti e pericolose, manti stradali rovinati, voragini, marciapiedi inadempienti, pessima segnaletica verticale e orizzontale e scarsa manutenzione del verde pubblico - sottolineano - sono protagonisti nella gran parte delle strade teatine, creando un’immagine e pericolo in primis per coloro che tutti i giorni si ritrovano immersi in questa giungla irrisolvibile".
"Poi - incalzano - come da buona tradizione politica, ci sono quartieri abbandonati come ad esempio strada Madonna della Vittoria, che dal 2012 non gode del trasporto pubblico locale, sospeso a causa di due tratti di strada di circa 200 metri che non rispettano le norme di sicurezza. Tali lavori di messa in sicurezza dovevano essere ultimati in tempi brevi, ma ad oggi, purtroppo, le transenne provvisorie dominano il bellissimo panorama paesaggistico. Ci sarebbe tanto da fare, veramente tanto per adeguarsi a un sistema che dà speranza a un futuro in mano alle nuove generazioni, ma ahinoi la risposta che domina da anni è sempre la stessa: non ci sono soldi, che vi posso fare?".
"Frasi molto demoralizzanti - lamentano i due cittadini - e sopratutto stancanti, non al passo con i tempi attuali, anche perché molto diverse da quelle sentite e risentite nel frastuono delle campagne elettorali. Il copione purtroppo non cambia, è tutto da riscrivere, e la miscela della cultura e vocazione per la propria terra sono le basi che ogni amministratore deve portare con sé, per far si che finisca definitivamente questo sistema basato sulle futili promesse". I due si dicono "certi che si possa trovare una soluzione risolutiva a tutto ciò".