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Bloccato dal labirinto burocratico e sanitario: "Non ho più sintomi, ma non riesco a conoscere l'esito del tampone"

Lo sfogo di un giovane teatino residente in Spagna, che ha scoperto di avere il Covid appena è rientrato a Chieti. Ma, ora, non avendo un medico curante in Italia, non riesce a ottenere risposte

Da 20 giorni è "prigioniero" in una sorta di labirinto burocratico-sanitario, che non solo non gli consente di sapere se è ancora positivo al Coronavirus, ma soprattutto gli impedisce di tornare a casa, in Spagna, dove lo aspetta la sua compagna incinta. 

È la storia paradossale di Paolo Mammarella, giovane teatino che vive a Barcellona che, tornato a Chieti, ha scoperto di essere risultato positivo al Covid 19. Dopo aver tentato invano di sollecitare la Asl, scrivendo anche al direttore del dipartimento di Prevenzione Giuseppe Torzi, ha deciso di rendere pubblica la vicenda, per cercare di risolvere così un nodo che sembra irrisolvibile.

"Segnalo prevalentemente - spiega - la totale assenza di contatti, impossibilità nel ricevere due risposte allineate e coerenti tra loro ogni volta che sono entrato in contatto con qualche operatore sanitario e, da questa mattina,anche una discrepanza tra le indicazioni date dal ministero della Salute e quelle date dalla Asl nel caso di gestione dell' isolamento dei positivi al covid".

La vicenda di Mammarella, ricostruita anche nella mail inviata al dottor Torzi, inizia mercoledì 7 ottobre, quando a Barcellona, città in cui vive, si sottopone al test molecolare per il Covid 19, che dà risultato negativo. Ottiene così il via libera per rientrare in Italia, dove arriva sabato 10 ottobre. 

Il giorno dopo, però, si manifestano febbre e mal di testa, disturbi compatibili con i sintomi del Covid 19. Il giovane, che quando è a Chieti vive dai suoi genitori, si mette responsabilmente in isolamento e due giorni dopo, lunedì 12, va al drive in di Ortona per fare il tampone, poi risultato positivo. Dal giorno successivo, martedì 13, i sintomi scompaiono. 

"Nei giorni successivi - racconta Mammarella - ho ricevuto solo 4 chiamate dal Siesp (Servizio di igiene epidemiologia e sanità pubblica) di Vasto, il quale ha confermato che avrebbe richiesto il tampone a mio nome per il 21 ottobre, 10 giorni dopo il primo". 

Ma, da allora, nessuno contatta il paziente, che essendo residente in Spagna non ha il medico di base. "Dal 21 al 23 - aggiunge - nessuno mi ha contattato e ho speso 3 giorni a cercare di entrare in contatto con 118, ufficio igiene, ospedali. In un modo o in un altro, sono riuscito tramite il 118 di Chieti a essere testato il giorno 24 ottobre, giorno in cui il 118 mi ha confermato che non era stata effettuata ancora nessuna richiesta di tampone per me". 

Dopo 4 giorni, martedì 27, gli è arrivato un sms che comunicava la disponibilità dell'esito del tampone, che si poteva conoscere contattando il Siesp o il medico curante, che però il giovane non ha. "Quel giorno - racconta - nessuno dal Siesp di Chieti o Vasto ha risposto alle mie continue chiamate. Ieri (mercoledì 28), il Siesp di Vasto mi ha contattato alle ore 17.40, ma in quel momento non sono riuscito a rispondere alla chiamata".

"Questa mattina ho ricevuto la chiamata del Siesp di Chieti - prosegue - e mi è stato detto, contrariamente a quanto mi aveva confermato il numero verde della Asl, che non è vero che, a partire dal 21esimo giorno post sintomi, l'isolamento e' da considerarsi terminato, ma devo comunque effettuare un terzo tampone, al contrario di quanto riportato dal sito del ministero della Salute italiano (che parla di un solo tampone)". 

Al momento, dunque, Mammarella non sa se il suo isolamento può terminare e, soprattutto, se può tornare alla sua vita in Spagna dove, spiega, "ho una fidanzata al 5° mese di gravidanza in Spagna, un lavoro che non posso seguire da 19 giorni pur non avendo alcun sintomo da ormai 17 giorni e nessuno in grado di prendere in carico il mio caso, fare chiarezza e senza che i vari step necessari accadano in maniera logica e con una tempistica corretta".

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