Corridoio "salva processione": allo studio una traiettoria laterale per non impattare sui ritrovamenti archeologici
Corridoio salva Processione, avanti tutta. Anzi, di lato tutta. A Colle Gallo, a causa di nuovi rinvenimenti archeologici, si studiano soluzioni alternative alla realizzazione in linea diretta, quella annunciata tra la scalinata della cattedrale e Palazzo Obletter, del corridoio, in massetto armato o in materiale misto rimovibile, che il 15 aprile dovrà consentire l’uscita della processione del Venerdì Santo dopo due anni di cortei dalla pandemia ridotti a icone solo simboliche del rito cardine della Settimana Santa. È come se San Giustino, inteso come locus [e perché no, anche come Patrono teatino] compresso dalle oggettive esigenze di riqualificazione e da quelle scientifiche connesse ai rilievi di archeologia preventiva ancora in corso, volesse dire: “un attimo ‘ragazzi’, ascoltate anche me”. E, per farsi ascoltare, continua a proporre altri scampoli della nostra Storia millenaria.
Un’altra sepoltura di epoca carolingia [IX secolo d.C.], dopo l’altra della stessa datazione ‘tranciata’ da un tombino ‘contemporaneo’ è venuta alla luce a maggio dello scorso anno, è spuntata proprio su quella che doveva essere la traiettoria iniziale del corridoio utile al transito della processione. Si tratta di una piccola tomba e i reperti ossei in essa ristretti farebbero pensare ad un infante. Ma non finisce qui. Continuano a delinearsi porzioni perimetrali di ambienti, uno dei quali parzialmente collassato, in parte estesi sulla cresta delle volte della cisterna monumentale romana sottostante l’area di affaccio del campanile e la stessa scalinata di accesso al Duomo. Ed in parte costituenti la proiezione, verso il lato ovest della piazza, della domus romana ricomprendente i famosi mosaici studiati da Vincenzo Zecca.
Proprio una di queste camere ha restituito altre porzioni musive, anch’esse prossimo oggetto degli interventi di consolidamento e stabilizzazione dei restauratori incaricati dalla Soprintendenza, della stessa fattura dei mosaici scoperti ad aprile 2021. Ma non basta: due spezzoni di colonne, una basola [segno dell’esistenza nel sito di una strada romana?], lacerti di intonaco, come quello dal vivace ‘rosso pompeiano’ inventariato dagli archeologi appena tre giorni fa. E che rievoca la relazione storico-archeologica redatta esattamente nel febbraio di centoquarantadue anni fa dall'architetto e studioso, professor Giovanni Mazzella all'allora sindaco di Chieti, Camillo Mezzanotte: "... le pareti [di una delle camere pavimentate a mosaico già all'epoca individuate a Colle Gallo] si scorgono incassate e dipinte ad affresco sul gusto pompeiano... -Chieti, 13 febbraio 1880". Gli addetti ai lavori sono dunque impegnati in una corsa contro il tempo per definire le specifiche tecniche utili alla uscita in sicurezza della Processione, ed infatti, visti i nuovi rinvenimenti, si starebbe ora pensando di evitare che il corteo transiti sui resti archeologici. L'idea è di farlo girare a destra, dai piedi della scalinata verso palazzo di giustizia. Per poi fargli osservare il perimetro della piazza [che sarà per il Venerdì Santo già lastricato per una larghezza di 6 metri circa] verso la confluenza con via Pollione, zona di raccordo con figuranti e congreghe. Ne consegue che l’incidenza del corridoio sul patrimonio archeologico sarà limitato allo stretto indispensabile.
Minoritaria, allo stato, poiché fonderebbe su spazi di manovra molto più risicati, l’ipotesi giusta la quale il corteo possa invece ‘circumnavigare’ la piazza da sinistra, quindi passando avanti la facciata della cattedrale e poi guadagnare, da quel lato, la confluenza con via Pollione sempre sfruttando la lastricatura perimetrale. Se ne parlerà nel dettaglio a breve, interessando l’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. Ma c’è anche l’altra ‘corsa’, quella utile a portare a compimento i rilievi e gli approfondimenti archeologici entro marzo, come da programma. Da aprile, infatti, si cambia scenario. Non saremo al classico “chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori”, perché, comunque, la Soprintendenza dovrà continuare a monitorare gli interventi di riqualificazione. Ma, come da intese ripassate fra le Istituzioni interessate, la direzione lavori dovrebbe essere reimmessa [il condizionale è d’obbligo quando si parla di archeologia] nella disponibilità formale anche della seconda metà della piazza. Che segue l’acquisizione, avvenuta mercoledì scorso, di quella antistante Palazzo d’Achille, documentata su queste colonne. Insomma, manca solo un mese per cercare ulteriori equilibri e soluzioni. La Piazza si farà, “entro Ferragosto” come sottolineato di recente dai tecnici. E questo è un dato ormai fattuale per una serie di ragioni già abbondantemente illustrate. Ma la collaborazione tra Comune e Soprintendenza Apab Chieti-Pescara oltre che a misurarsi sul tema del giorno, ossia la ‘quaestio’ processione, e sui tempi stringenti contemplati dal capitolato dei lavori, dovrà a breve aprire un confronto, questo l’auspicio, sulla possibilità di valorizzare in loco quantomeno i mosaici. Magari in un limitato spaccato capace di offrire una lettura trasversale, fra epoche diverse, del composito teatro archeologico di Colle Gallo e che impatterebbe marginalmente con l’asset già concepito. Quindi, senza provocare stravolgimenti del progetto. Una sfida che suppone comunità d’intenti. E qualche risorsa aggiuntiva, da rintracciare ‘scavando’, è proprio il caso di dirlo, fra le opportunità offerte dai filoni comunitari-Pnrr, se ancora percorribili, oppure tra i fondi ministeriali.