Coronavirus, gli studenti fuori sede: "Ignorati dal Governo...con mesi di affitto, bollette e costi dei biglietti raddoppiati"
Il disagio degli studenti universitari fuorisede, già ampio durante la prima ondata, è cresciuto negli ultimi mesi quando i provvedimenti anti-Covid e le restrizioni non hanno tenuto sempre conto della larga fetta di universitari di cui anche Chieti è piena. A dare loro voce è una studentessa pugliese che, in una lettera inviata in redazione, racconta anche i problemi legati all’erogazione delle borse di studio all’università d’Annunzio.
"Sono Mariapia De Biase,
una studentessa dell’università “G. D’Annunzio” di Chieti, iscritta al secondo anno della magistrale in Psicologia con indirizzo “Neuroscienze Cognitive”. Ho conseguito presso l’università degli studi di Bari “Aldo Moro” la laurea triennale in scienze e tecniche psicologiche, scegliendo poi di proseguire gli studi a Chieti in quanto l’università di Bari non disponeva del corso di laurea magistrale che avrei voluto frequentare.
Scelta di cui non posso pentirmi e che rifarei se penso all’opportunità formativa che l’università e tutti i docenti del corso mettono a disposizione, ma il periodo che stiamo trascorrendo pone altri ostacoli a quelli già esistenti per ogni studente universitario italiano di oggi.
Penso che siamo stati completamente ignorati in tutti i provvedimenti del Governo per la pandemia: ci siamo ritrovati a pagare mesi di affitto, bollette, costo dei biglietti raddoppiati per il rientro alla residenza".
Dopo il danno della prima ondata, oggi Mariapia evidenzia anche
“la beffa della mancata copertura totale della graduatoria per l’ottenimento della borsa di studio da parte dell’Adsu Chieti per gli studenti della stessa università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara (si pensi che nel mio corso di laurea i beneficiari sono risultati solamente 30) per mancanza di fondi, anche con Isee bassissimo, e che come me avevano rinnovato il contratto di locazione facendo affidamento su questo contributo. Inoltre a non tutti gli idonei della graduatoria è stata restituita ancora la prima rata di tasse universitarie pagata nell’anno 2019 in base ai requisiti ISEE, e non dovuta anche per l’anno 2020/2021 ma versata comunque all'atto di iscrizione".
La giovane precisa anche che, come per tantissimi studenti,
"la scelta dell’università fuori regione è una scelta obbligata e non di immagine o maggiore importanza. Inoltre, in Italia e più che mai ora, mancano possibilità di lavoro perché i giovani possano sostenersi nello studio (disposti a farsi in quattro per seguire le lezioni, studiare, svolgere attività di stage, tirocinio tesi e lavorare contemporaneamente) ove le famiglie non possano economicamente. Penso che meritiamo più considerazione e fiducia, altrimenti contribuiremo a fare della nostra bellissima Italia un paese di anziani".
Mariapia conclude la lettera augurando a tutti i suoi colleghi "di avere ancora speranza, motivazione e coraggio per inseguire i propri sogni, nonostante tutto".