La Colonnetta tornerà a splendere dopo 1973 anni: presentato in Comune il progetto di restauro del cippo miliare romano
Dopo 1973 anni la Colonnetta tornerà a splendere. Conferenza stampa stamani in Comune per illustrare, da parte dell’imprenditore Angelo De Cesare, il progetto di restauro conservativo del famoso cippo miliare di epoca romana che poi ha dato il nome alla principale via di collegamento tra Chieti Scalo ed il Colle. L’intervento, che sarà effettuato a costo zero per le casse comunali, rientra in un programma di attenzione al patrimonio monumentale teatino che si spera possa essere allargato ai contributi di altre realtà imprenditoriali di spessore. E ciò nel contesto di quegli apporti di mecenatismo già auspicati, proprio da queste colonne, a beneficio delle eccellenze artistico-archeologiche della città.
“Sono onorato”, spiega De Cesare, “dalla disponibilità assicurataci dall’amministrazione comunale nel raccogliere la nostra offerta, il restauro della Colonnetta sarà curato da un team di esperti già distintisi in altre significative esperienze nel settore dei beni culturali, al riguardo sottolineo la piena sinergia con la Soprintendenza, che ha licenziato il proprio nulla osta sull’iniziativa, e le potenzialità che questa esperienza apre verso la inclusione di altri, fattivi contatti su cui sto lavorando”. “Siamo felici”, commenta il sindaco Diego Ferrara, “per la qualificata offerta di collaborazione propostaci da Angelo De Cesare, saremo sempre favorevoli ad interventi che nobilitano la storia di Chieti precisando comunque che anche in assenza di contributi esterni l’Amministrazione sarà sempre pronta a tutelare le bellezze della città”. Poco più di ventimila euro, questo il costo dell’intervento di restauro, e sessanta giorni di lavori “in loco” prevedenti la ripulitura del monumento, il consolidamento dello stesso nelle parti danneggiate da smog ed incuria, il trattamento delle giunzioni in ferro e quello antivegetativo a sostegno del collante in malta cementizia romana.
Questi i numeri ed i dati della riqualificazione che gode della responsabilità scientifica di Grazia De Cesare, che ha curato, a Chieti, il restauro del sipario artistico del Marrucino, confezionato da Giovanni Ponticelli nell’aprile del 1876, e gli interventi di tutela della fontana ottocentesca della Villa Comunale. Per la parte cantieristica, invece, il progetto reca la firma dell’architetto Fausta Mattoscio. Ai primi di gennaio la firma in Municipio del protocollo progettuale. Il cippo miliare della Colonnetta risale al 48-49 d.C., periodo nel quale l’Imperatore Claudio dispose l’estensione verso l’Adriatico della importante arteria della Regio IV sannitica i cui lavori ebbero impulso decisivo intoro al 286 a.C. per merito del console Marco Valerio Massimo Potito. Furono gli anni della romanizzazione tra i più proficui per lo sviluppo di Teate che, insieme a Tibur, Carsoli, Alba Fucens, Corfinio, divenne praticamente il centro di maggiore influenza per i traffici commerciali della Capitale da e verso l’Adriatico. La Colonnetta, diversamente da quanto si è indotti a ritenere a motivo della sua collocazione proprio alla confluenza dell’omonima arteria di collegamento con la Città alta, non indica un diverticolo [deviazione] verso l’entroterra ma rappresenta una indicazione di prossimità alla fine del tracciato stradale, quello di Ostia Aterni, l’attuale Pescara, che in pratica era lo sbocco marittimo controllato da Teate. L’accesso della viabilità romana all’abitato teatino ricalcava, invece, per sommi capi, la strada che sale da Brecciarola [Via per Popoli], con un diverticolo snodantesi sul versante sud-occidentale della Città [Casoni,bivio Colle Marconi-Mausoleo di Lusius Storax, Santa Maria Calvona] per poi approdare, attraverso una ripida ascesa sul costone dominato da via Quarantotti, nei pressi dell’attuale via Nicoletto Vernia, dove si intersecava con l’ingresso sud dell’Anfiteatro.